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MARTIN LUTHER KING, A 50 ANNI DI DISTANZA LA SUA MORTE RESTA AVVOLTA NEL MISTERO

Martin Luther King, a 50 anni di distanza la sua morte resta avvolta nel mistero. Gli Stati Uniti si preparano a ricordare, con manifestazioni e commemorazioni in tutto il Paese, Martin Luther King. Il leader del Movimento per i diritti civili, assassinato con un colpo di fucile il 4 aprile del 1968 poco dopo le 18, sulla terrazza della stanza 306 del Lorraine Motel di Memphis, Tennessee, dove soggiornava con i suoi collaboratori.

Decine di campane, alle 18 e un minuto di mercoledì 4 aprile, suoneranno all’unisono.

Trentanove rintocchi, uno per ognuno degli anni di Luther King, commemoreranno l’anniversario nel Global Bell Ringing in Usa e nelle altre città del mondo che hanno aderito all’iniziativa.

Gli eventi più importanti sono stati organizzati al National Civil Rights Museum di Memphis in Tennessee (il museo sorto presso il Lorraine Motel dove King fu assassinato) ed al Martin Luther King Jr. Center for Nonviolent Social Change di Atlanta in Georgia (l’organizzazione fondata dalla vedova Coretta Scott King e diretta dalla figlia Bernice).

Si terrà invece al King Center, la cerimonia di premiazione del Peace Prize Award, il più importante riconoscimento per le personalità che si sono distinte per il loro impegno per la pace, la giustizia, la nonviolenza e i diritti umani.

Quest’anno, riceveranno l’onorificenza: Benjamin Ferencz, procuratore capo degli Stati Uniti d’America nel processo Einsatzgruppen (uno dei dodici contro i gerarchi nazisti a Norimberga del 1945) e Bryan Stevenson, avvocato per i diritti umani ed attivista, passato alla storia per aver vinto presso la Corte Suprema il caso che ha portato a dichiarare incostituzionali le sentenze di ergastolo senza possibilità di libertà condizionata per i ragazzi di età inferiore ai 18 anni.

L’hashtag ufficiale delle commemorazioni sarà  #MLK50.

Ma a cinquant’anni di distanza, la sua morte resta ancora avvolta nel mistero.

Martin Luther King, 39 anni, era in città per sostenere lo sciopero dei netturbini, costretti a lavorare in condizioni vergognose.

Un colpo di fucile poco dopo le 18 del 4 aprile del 1968, lo uccide sulla terrazza della stanza 306 del Lorraine Motel di Memphis, dove soggiornava.

La notizia dell’omicidio provocò inevitabilmente disordini e proteste in tutto il Paese, che portaro alla morte di 39 persone.

Decine di città inoltre, furono palcoscenico di diverse manifestazioni violente.

In particolare, Washington, Baltimore e Chicago furono messe a ferro e fuoco.

I funerali di Luther King, si svolsero ad Atlanta, la sua città natale, prima alla Ebenezer Baptist Church e poi al Morehouse College, dove King fu trasportato in un carretto di legno trainato da due muli della Georgia (per celebrare la sua lotta contro la povertà).

Le ceneri di King si trovano oggi presso il Martin Luther King Jr. Center for Nonviolent Social Change per preservarne la memoria e tramandarne il messaggio.

Ad essere accusato dell’assassinio fu il quarantenne, evaso dalle prigioni del Missuri, James Earl Ray che confessò il delitto e fu condannato a 99 anni di reclusione, salvo poi ritrattare.

Ma l’innocenza di Ray fu da subito sostenuta dalla Famiglia King, fortemente convinta che l’omicidio fosse stato frutto di una cospirazione.

L’assassinio, il ruolo dell’Fbi, della Cia, del governo e dell’apparato militare americano, restano uno dei grandi misteri del secolo scorso.

Quella di Martin Luther King Jr. resterà sempre una delle figure protagoniste del ventesimo secolo.

King Jr. nasce ad Atlanta, nello Stato della Georgia, il 15 gennaio 1929.

Figlio del pastore della Ebenezer Baptist Church, Martin Luther King Sr, e di un’insegnate, Alberta Williams King.

A soli 15 anni si iscrive al Morehouse College (dove veniva formata l’elite nera americana), per poi proseguire gli studi al Crozer Theological Seminary in Pennsylvania, laureandosi in teologia ed alla Boston University conseguendo un dottorato in teologia sistematica.

Nel 1953 sposò la cantante e studentessa di conservatorio Coretta Scott, dalla quale ebbe 4 figli: Yolanda, Martin Luther King III, Dexter e Bernice.

Fu proprio a Montgomery, in Alabama, dove King si trasferì con la famiglia che, nel 1955 si aprì uno dei capitoli più importanti del Movimento per i diritti civili.

L’arresto di Rosa Parks, sarta e attivista nera che aveva rifiutato di cedere il suo posto ad un bianco sull’autobus segregato in cui viaggiava, fu la scintilla.

King e gli altri responsabili del Movimento fondarono la Southern Christian Leadership Conference da lui presieduta, un’organizzazione dedicata alla conquista dell’uguaglianza e dei diritti civili attraverso forme di protesta non violente ispirate al messaggio di Gesu’ Cristo e al metodo di Gandhi.

Nel 1960, tornato ad Atlanta, divenne co-pastore della Ebenezer Baptist Church.

Martin Luther King Jr fu poi arrestato a Birmingham nel 1963, durante una protesta pacifica contro la segregazione. E fu proprio nei giorni che passò in prigione che scrisse il più importante documento della storia del Movimento, in difesa della disobbedienza civile e un atto di accusa contro la chiesa bianca che esitava a prendere posizione contro il razzismo.
Sempre in quell’anno, organizzò a Washington la marcia per il Lavoro e la Libertà a cui parteciparono circa 250mila manifestanti.

Una manifestazione che passò alla storia.

Fu infatti in quella occasione che pronunciò il suo più celebre discorso “I have a dream“.

Grazie alla mobilitazione organizzata da King, nel 1964 venne approvato finalmente il Civil Rights Act (la legge che poneva fine alla segregazione tra bianchi e neri negli Stati Uniti) ed alla fine di quello stesso anno, King ricevette il premio Nobel per la pace.

La battaglia di Martin Luther King Jr proseguì nel 1965, quando guidò da Selma a Montgomery una Marcia di protesta che portò all’approvazione del Voting Rights Act che garantiva il diritto di voto a tutti i cittadini afroamericani.
Negli ultimi anni della sua vita, King si dedicò alla lotta di quelli che lui definiva i tre mali della società contemporanea: il razzismo, la povertà e il militarismo.