
Invitato a parlare del disastro della Marmolada, l’alpinista e scrittore Mauro Corona si arrabbia con i giornalisti in studio e abbandona la trasmissione
Mauro Corona, alpinista, scrittore e grande conoscitore della montagna, lunedì scorso era ospite in collegamento video a Zona Bianca per parlare del disastro della Marmolada che è costato la vita ad almeno nove persone (sono ancora tre i dispersi).
Ma le domande della giornalista Sabrina Scampini non devono essere piaciute all’esperto di montagna – famoso per il suo temperamento poco mite – che dopo aver insultato alcuni degli ospiti in studio ha deciso di abbandonare il collegamento.
Mauro Corona a Zona Bianca, cosa è successo
Si stava parlando di Marmolada, di montagna e dei cambiamenti climatici a Zona Bianca, il programma condotto da Giuseppe Brindisi su Rete 4. A un certo punto la giornalista Sabrina Scampini chiede all’alpinista Mauro Corona se secondo lui andrebbero cambiate le regole per escursioni e alpinismo alla luce dei cambiamenti climatici che, secondo molti esperti, sono tra le concause della tragedia.
La risposta di Corona non è stata delle più tranquille: “Sabato c’era il doppio della gente sulla Marmolada. L’anno scorso era più caldo di ieri e non è crollato il ghiacciaio“, ha detto con toni accesi l’alpinista, sottolineando che la fatalità ha giocato un ruolo importante nella tragedia di domenica.
Poi Corona ha continuato: “Cosa vuol dire che non è opportuno andare in montagna? È come dire che non è opportuno fare l’amore se poi uno ammazza la fidanzata”, bollando le parole di Sabrina Scampini come “retorica di bassa lega”.
Da queste ultime parole nasce un diverbio tra la giornalista e lo scrittore che alla fine decide di abbandonare lo studio dicendo: “Non sapete nulla di montagna, andate tutti in malora, gentucola”.
Mauro Corona asfalta la “sapiente di montagna” Sabrina Scampini e abbandona il collegamento.#zonabianca pic.twitter.com/GBu9Qr2D4X
— Rossella Vezzi (@vezzi_rossella) July 5, 2022
Marmolada, ha davvero senso chiudere le montagne?
Al di là della lite televisiva e del temperamento non troppo conciliatorio dell’esperto di montagna, ha senso chiudere l’accesso alle zone alpine o comunque cambiare le regole per poter praticare alpinismo?
No, almeno secondo l’alpinista Simone Moro che intervistato dal Corriere della Sera ha detto: “Restare giù in paese è solo un modo per lavarsi la coscienza, perché tutta l’Italia sta franando. Se facciamo un’ordinanza che vieta per tre mesi la montagna, temo che ci sarà lo stesso numero di morti, perché la gente farà qualcosa di diverso in luoghi ugualmente pericolosi. Non serve chiudere, ma uno sforzo culturale diverso”.
E ancora: “Per fermare il cambiamento climatico non è più solo il tempo della riflessione ma anche dell’azione. Partendo dai nostri
comportamenti individuali”.
Gli fa eco, questa volta sulle colonne de La Stampa, l’alpinista valdostano Hervé Barmasse: “Chiusura, divieti? Io dico apertura, nel senso di pensiero su ciò che si dovrebbe fare”.
E poi spiega: “Tutto ciò dovrebbe responsabilizzarci su quello che sta accadendo attorno a noi e non soltanto in montagna. Il problema è il cambiamento climatico indotto dall’uomo. E ci sono messaggi precisi in tal senso. La natura nel mostrarsi è efficace quanto i dati scientifici. Ma abbiamo fatto finta di nulla. Il vero campanello d’allarme sono i disastri naturali che accadono ovunque, non soltanto in montagna. Chiuderla, vietarla è una scusa per non affrontare i problemi”.