In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Via libera a progetti ambientali da 380 milioni in Europa; 2) Le città non sono pronte a gestire i cambiamenti climatici; 3) “Il mare a scuola”, a Genova l’ultima tappa della campagna di Marevivo; 4) In 50 anni decuplicate le morti provocate dal fumo degli incendi

 

In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress:

1) Via libera a progetti ambientali da 380 milioni in Europa: Via libera dalla Commissione Europea a oltre 380 milioni di euro per a 133 nuovi progetti nell’ambito del programma LIFE per l’ambiente e il clima. La somma stanziata è oltre la metà del fabbisogno totale di investimenti di 574 milioni di euro previsti per questi progetti. Il resto proviene da governi nazionali, regionali e locali, partenariato pubblico-privato, imprese e organizzazioni della società civile. I progetti LIFE contribuiscono al conseguimento dell’ampia gamma di obiettivi climatici, energetici e ambientali del Green Deal, compreso l’obiettivo di rendere l’Unione Europea climaticamente neutra entro il 2050. Le iniziative finanziate riguardano tra l’altro l’economia circolare, la riduzione dell’uso dell’acqua, e la lotta all’inquinamento atmosferico e acustico. Tra i progetti selezionati, un finanziamento da 7,5 milioni di euro per riciclare la grafite dai rifiuti di batterie in Italia. In 32 anni, il programma LIFE ha cofinanziato oltre 6 mila iniziative per l’ambiente e il clima in tutta l’Unione Europea e nei paesi associati. La Commissione ha aumentato i finanziamenti per il programma LIFE di quasi il 60% per il periodo 2021-2027, e sono attualmente pari a oltre 5,4 miliardi di euro.

2) Le città non sono pronte a gestire i cambiamenti climatici: Quattro persone su cinque ritengono che la propria città non sia preparata alla gestione dei rischi legati al cambiamento climatico. È quanto emerge da uno studio pubblicato da Zurich ed Economist Impact che ha analizzato i rischi legati ai rischi climatici negli ambienti urbani di tutto il mondo. I risultati dello studio mostrano che per 4 intervistati su 5, la loro città non è sufficientemente preparata per affrontare i rischi climatici, con particolari preoccupazioni riguardo le ondate di calore, l’inquinamento atmosferico, la scarsità d’acqua e le inondazioni. Forte preoccupazione è anche rivolta alle infrastrutture di gestione idrica della propria città. Per gli intervistati è necessario affrontare urgentemente problematiche legate alla carenza idrica e alle inondazioni. Lo studio evidenzia poi che la maggior parte degli intervistati si aspetta che i governi nazionali e locali guidino le azioni adattamento climatico e solo il 28% ritiene che anche le imprese debbano assumere un ruolo guida, mentre il 58% pensa che le aziende non stiano facendo abbastanza. Infine, quasi un terzo degli intervistati si sente personalmente responsabile dell’adattamento al cambiamento climatico, con il 95% che ha già intrapreso o pianificato azioni per aumentare la propria resilienza, anche se il costo è elevato. La mancanza di conoscenze e la scarsa fiducia nelle politiche governative rimangono ostacoli significativi.

3) “Il mare a scuola”, a Genova l’ultima tappa della campagna di Marevivo: Si conclude con la tappa di Genova “Il Mare a Scuola”, la campagna educativa promossa da Marevivo, in collaborazione con la MSC Foundation e la Fondazione Dohrn, per ribadire l’urgenza di inserire lo studio del mare e degli oceani nelle scuole di ogni ordine e grado. Un successo di pubblico che ha visto più di mille studenti, decine di rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali e del mondo politico, tanti cittadini, darsi appuntamento a bordo della Motonave Patrizia, per sostenere gli obiettivi della campagna.

4) In 50 anni decuplicate le morti provocate dal fumo degli incendi: Negli ultimi 50 anni, le morti provocate dal fumo degli incendi boschivi è aumentato di quasi dieci volte a causa della crisi climatica. Secondo uno studio pubblicato su Nature Climate Change, i cambiamenti climatici stanno rendendo gli incendi sempre più frequenti e intensi in tutto il mondo, provocando gravi conseguenze sulla salute umana. Gli scienziati hanno stimato che l’inquinamento legato al fumo degli incendi potrebbe essere responsabile di circa 12.000 morti in più all’anno. Le particelle sottili emesse dai roghi, note come PM2.5, sono particolarmente dannose perché penetrano in profondità nei polmoni e nel sistema circolatorio. La percentuale di decessi legati al fumo degli incendi boschivi è infatti passata dall’1,2% degli anni 60 al 12,8% dei primi anni 2000, ovvero da 669 a oltre 12.500 morti in eccesso all’anno direttamente imputabili al riscaldamento globale. Le regioni più colpite sono l’Australia, il Sud America, l’Europa e le foreste boreali dell’Asia. In queste regioni, il riscaldamento globale, ha aumentato le temperature e ridotto l’umidità, accelerando la frequenza degli incendi. Ma non è tutto, secondo gli autori della ricerca gli effetti del cambiamento climatico sugli incendi e sulle relative morti potrebbero essere sottostimati, poiché la tossicità delle particelle emesse dagli incendi è spesso più grave rispetto a quella di altre fonti di inquinamento.