In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Cresce il surplus commerciale dell’Ue; 2) Mar Rosso, a rischio l’agroalimentare italiano; 3) Il grano duro russo e turco “invade” l’Italia; 4) Insetti e organismi alieni stanno distruggendo la nostra biodiversità

 

In questo numero di Agrifood Magazine, realizzato in collaborazione con Italpress:

1) Cresce il surplus commerciale dell’Ue: Cresce il surplus commerciale agroalimentare dell’Ue. A novembre ha raggiunto 6,9 miliardi di euro, con un aumento del 3% rispetto al mese precedente e del 27% a fronte del 2022. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto pubblicato dalla Commissione europea. Nel novembre 2023, le esportazioni agroalimentari dell’Ue hanno raggiunto i 20 miliardi. I principali aumenti riguardano i prodotti trasformati, comprese le preparazioni a base di cereali e quelle a base di frutta e noci.

2) Mar Rosso, a rischio l’agroalimentare italiano: Oltre 6 miliardi euro, pari al 10% circa dell’export agroalimentare made in Italy. A tanto ammonta il valore delle esportazioni italiane verso i mercati asiatici, che in dieci anni ha messo a segno una crescita del 128%. In base ai dati riportati nell’Instant Report ISMEA, il Belpaee è in quinta posizione tra i principali paesi esportatori di prodotti agricoli e alimentari verso l’Asia, dopo Paesi Bassi, Francia, Spagna e Germania. La recente crisi in Medio Oriente sta, però, fortemente condizionando il quadro dei flussi fra l’Asia e il resto del mondo. Tra la fine del 2023 e gennaio 2024 sono crollati i transiti marittimi dal Canale di Suez con i cambi di rotta che hanno comportato un incremento dei costi di trasporto nell’ordine del 40% e un allungamento dei tempi di percorrenza di 7-10 giorni. Uno scenario che rischia di incidere doppiamente sui mercati: parte dei prodotti normalmente destinati ai paesi asiatici, in particolare quelli più deperibili, potrebbero confluire nei tradizionali sbocchi europei dove si configurano possibili rischi di surplus e di riduzione dei prezzi. Il commercio agroalimentare risulta esposto alla crisi non solo nelle esportazioni ma anche nelle importazioni di materie prime e semilavorati. La loro potenziale contrazione potrebbe generare un rallentamento della produzione dell’industria alimentare nazionale.

3) Il grano duro russo e turco “invade” l’Italia: Nel 2023 l’Italia è stata invasa da un’ondata di grano duro russo (+1164%) e turco (+798%), che ha fatto calare le quotazioni del prodotto nazionale del 15%. Lo rileva un’analisi del Centro Studi Divulga all’interno del paper “Mari in tempesta“, sull’impatto delle guerre in corso sul sistema agroalimentare. Le importazioni provenienti da Paesi extra Ue durante lo scorso anno sono aumentate complessivamente del 130%.
A trainare questa crescita l’import di frumento duro proveniente da Turchia e Russia, seguite da Canada +83%, che resta primo fornitore e dal Kazakhstan +164%.
Una crescita che ha determinato evidenti riflessi sulle quotazioni interne. Dal luglio scorso infatti, i prezzi del raccolto italiano 2023 sono calate in maniera significativa. A gennaio 2024 le quotazioni hanno registrato un calo di oltre 70 euro a tonnellata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Se si considerano invece le quotazioni nel mese di giugno 2022, pari a 577 euro/tonnellata, i prezzi del frumento duro nazionale sono calati di circa 190 euro a tonnellata, pari a oltre il 33%.

4) Insetti e organismi alieni stanno distruggendo la nostra biodiversità: L’invasione di insetti e organismi alieni portati nelle campagne, nei boschi e nei vivai italiani dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi, favoriti dagli scarsi controlli alle frontiere Ue, ha causato danni per oltre un miliardo con gravissimi effetti sul piano ambientale, paesaggistico ed economico. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in cui si ricorda che la Xylella è arrivata in Italia portata da piante tropicali giunte dall’America latina e fino a oggi ha contagiato oltre 21 milioni di piante. Le castagne – spiega ancora Coldiretti – hanno pagato un conto salatissimo per colpa del cinipide galligeno del castagno proveniente dalla Cina che provoca nella pianta la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni. C’è anche il punteruolo rosso originario dell’Asia che ha fatto strage di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004. Ma a preoccupare i vivaisti italiani sono anche le piante aliene importate dall’estero che possono diventare invasive, minacciando la biodiversità, l’economia e la salute. I florovivaisti italiani con le loro coltivazioni, non solo si stanno impegnando a rendere più belle case, uffici, giardini e città, contribuendo alla lotta allo smog e ai cambiamenti climatici ma allo stesso tempo, a preservare la biodiversità nel nostro Paese, collaborando con le Istituzioni preposte per evitare che le specie vegetali aliene possano diventare invasive. È però necessario che le istituzioni vigilino in modo adeguato sull’introduzione di altri organismi alieni che mettono a rischio il reddito delle imprese.