Il Consiglio dei Ministri ha approvato la manovra 2025 che contiene misure per circa 30 miliardi di euro
La manovra 2025 è stata approvata dal Consiglio dei Ministri al termine di una lunga riunione e prevede interventi su pensioni, sanità, famiglia e welfare, per uno stanziamento di circa 30 miliardi di euro. In questo articolo esamineremo nello specifico gli interventi che coinvolgono la genitorialità e la scuola.
Manovra 2025: interventi sulla genitorialità
La Legge di Bilancio contiene una serie di interventi per favorire la natalità e la genitorialità. Innanzitutto viene introdotta una “Carta per i nuovi nati” che prevede 1000 euro ai genitori con un Isee fino a 40mila euro. Si rafforza poi il bonus stanziato per gli asili nido. Arriva poi la carta “dedicata a te”, ossia uno strumento che prevede detrazioni che aumentano quanto più sono numerosi i componenti della famiglia. Infine c’è la conferma del bonus mamme per le madri lavoratrici con almeno due figli, che sono circa 570mila e la sua estensione alle lavoratrici autonome.
Misure per la scuola
Per quanto riguarda la scuola, inizialmente aveva preoccupato l’annuncio di un taglio del 5% dei fondi per i ministeri. Ma su questo è intervenuto il Ministro Valditara per rassicurare sul fatto che le risorse arriveranno e che il bilancio del ministero è in crescita. La novità contenuta nella manovra, come annunciato dal ministro, è che sono stati stanziati i fondi per il rinnovo del contratto nel pubblico impiego 2025-2027. Tra le altre richieste, ancora in ballo, ci sono i fondi per l’assunzione di nuovi docenti di sostegno e l’estensione della carta del docente, ossia il bonus di 500 euro, anche ai precari.
L’iter parlamentare della manovra
Il percorso parlamentare della Legge di Bilancio inizierà il 21 ottobre alla Camera. L’obiettivo è quello di arrivare ad una approvazione entro il 23 dicembre e chiudere il tutto prima di Natale. Tutto però dipende dai lavori della Commissione e dal numero di emendamenti che verranno presentati, con il rischio di slittare a dopo le festività e arrivare all’approvazione a ridosso della fine dell’anno. Il tutto per evitare lo scenario dell’esercizio provvisorio.