Home Attualità Inquinamento Mamme NO PFAS, l’appello a Veneto, Lombardia e Piemonte: “Serve una legge...

Mamme NO PFAS, l’appello a Veneto, Lombardia e Piemonte: “Serve una legge che li metta al bando”

Mamme NO PFAS, l'appello a Veneto, Lombardia e Piemonte Serve una legge che li metta al bando

PFAS: “Serve una legge che li metta subito al bando”, l’appello di Mamme NO PFAS ai sindaci di Lombardia, Veneto e Piemonte.

Rimuovere i PFAS dall’ambiente e dall’organismo è l’obiettivo degli appelli e delle lotte di associazioni come quella delle Mamme NO PFAS, che da anni cercano una soluzione per i loro figli e per il territorio in cui vivono e lavorano, devastato dai cosiddetti “inquinanti eterni” che hanno invaso le Regioni del Nord Italia con effetti negativi sugli ecosistemi e sulla salute umana.

Proprio dalle Mamme NO PFAS arriva l’ennesimo appello per vietare gli inquinanti eterni. L’associazione si rivolge ai sindaci di Veneto, Lombardia e Piemonte, Regioni in cui i PFAS purtroppo sono di casa. in un modo o nell’altro, tramite sversamenti di aziende come Miteni di Trissino o dello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo, trasportate da fiumi come il Po, le sostanze chimiche eterne inquinano da decenni queste zone, tra le più contaminate d’Europa.

Le Mamme NO PFAS quindi, insieme a numerose sigle che hanno firmato la richiesta, lanciano l’appello: “Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutte le forze politiche di tutti i Comuni, indipendentemente dall’appartenenza politica per sollecitare il Parlamento Italiano a emanare una legge che metta subito al bando queste micidiali sostanze che stanno mettendo a repentaglio la salute dei nostri figli e il futuro delle giovani generazioni”.

In sostanza, ciò che chiedono le associazioni che da decenni lottano affinché si ponga fine all’inquinamento da forever chemicals è una legge basata sul principio di precauzione.

Stop PFAS, i sette principi della messa al bando degli inquinanti eterni

Gli altri principi su cui si basa la richiesta di stop ai PFAS, oltre a vietarne l’impiego nella produzione industriale, sono: avviare le bonifiche nelle aree contaminate, raggiungere lo “zero virtuale” per le acque potabili, il monitoraggio degli alimenti, lo screening gratuito della popolazione e le valutazioni d’impatto ambientale. Infine, il finanziamento di una transizione economica per un’industria chimica sostenibile e libera da sostanze tossiche.

Una legge del genere potrebbe rivoluzionare le produzioni industriali, dato che le sostanze per-e polifluoroalchiliche sono utilizzate in molti settori. In questa definizione rientrano infatti circa 14.735 tipi di PFAS secondo l’EPA. Di questi, secondo l’OCSE sono noti almeno 4.730 tre atomi di carbonio perfluorurati.

PFAS, dove si trovano e perché è importante fermarne la produzione

I forever chemicals si trovano dappertutto: in padelle di teflon, indumenti impermeabili, imballaggi per alimenti, detergenti per la casa, vernici e persino la carta igienica. L’esposizione a queste sostanze è stata analizzata in numerosi studi, che ne hanno evidenziato la pericolosità associando la contaminazione da PFAS al rischio di contrarre alcune forme di cancro femminile (utero, ovaie, seno). Sono poi associati al rischio di tumori ai testicoli, ai reni, a danni alla fertilità e possono favorire alti livelli di colesterolo. L’IARC ha classificato i PFAS come sostanze “cancerogene per l’uomo”, riferendosi in particolare ai PFOA. Dati supportati anche da uno studio che ha evidenziato come in Veneto, negli ultimi 34 anni, ci siano stati 3.800 decessi correlati all’esposizione ai PFAS.

“La cosa più importante è che non vengano più prodotti (i PFAS). Per questo stiamo cercando in tutti i modi di chiedere al governo che faccia una legge più stringente come hanno fatto già in America. Ma il nostro governo è cieco e sordo. Non gliene frega niente. Quindi il mio appello è di continuare a sensibilizzare, senza fermarsi mai”, ha dichiarato Michela Piccoli, gruppo Mamme NO PFAS, a TeleAmbiente nella puntata di approfondimento dedicata al tema “PFAS, gli inquinanti eterni”.