
Maltempo. Tornano a salire le temperature al Nord e sul medio-alto versante, il vento freddo e intenso dei Balcani e qualche breve nevicata fino a quote basse attraverserà invece le regioni meridionali.
Ma le forti raffiche di vento hanno già sradicato serre, spezzato piante e distrutto intere coltivazioni con pesanti danni all’agricoltura.
È l’allarme lanciato dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’ondata di maltempo che ha colpito le regioni italiane.
“Particolarmente difficile la situazione in molte aziende agricole della Sicilia dove sono state danneggiate dal vento decine di serre nelle province di Ragusa e Siracusa. Ma il vento dopo le temperature insolitamente levate di febbraio – sottolinea la Coldiretti – alimenta anche gli incendi che sono scoppiati anche gli incendi in diverse aree della Penisola, dalla Lucchesia dove sono andati in fumo decine di ettari di prato e pascolo nel comune di Stazzema all’Aquilano dove le fiamme hanno interessato una porzione di bosco di Poggio Filippo, frazione di Tagliacozzo”.
“Siamo di fronte – spiega ancora la Confederazione – agli effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con il moltiplicarsi di eventi estremi, svolte improvvise e sfasamenti stagionali che impattano pesantemente sull’agricoltura e sull’ambiente”.ù
Allarme maltempo, campagne sott’acqua. In arrivo peggioramento al Sud.
Per la Coldiretti, gli alberi e i rami rovinosamente caduti in seguito all’ultima ondata di maltempo vanno imputati alla mancata e improvvisata manutenzione delle piante e sono milioni gli alberi che non potati in modo corretto o malati diventano pericolosi.
Il verde urbano pubblico in Italia – evidenzia il monitoraggio – è aumentato del 3,7% in un quinquennio ed ha raggiunto nei capoluoghi di provincia oltre 564 milioni di metri quadrati che corrispondono ad una disponibilita’ media di 31,1 metri quadri per abitante. Milioni di alberi anche di grandi dimensioni che pero’ non sono manutenuti come dovrebbero. La conseguenza sono le disastrose cadute.
“Il verde pubblico – sottolinea la Coldiretti – è giustamente uno dei parametri che vengono utilizzati per valutare la vivibilità di un territorio e l’attenzione di una amministrazione per il benessere dei propri abitanti, ma questa valutazione non può essere disgiunta dalla verifica delle risorse economiche e delle professionalità che vengono investite per la manutenzione e la corretta gestione di queste aree”.
Per l’associazione dei Coltivatori Diretti, “troppo spesso vengono realizzate aree a verde senza una adeguata scelta delle essenze più adatte a quel clima o a quel terreno. Altra tematica è quella della difesa fitosanitaria che è aumentata per l’aggressività di tanti patogeni introdotti negli anni da diverse parti del mondo”.
“Quello che è indispensabile – conclude la Coldiretti – è la rivalutazione del ruolo degli agricoltori nella tutela del verde urbano così come previsto dalla legge di orientamento che consente ai comuni di delegare la manutenzione agli imprenditori agricoli ed evitare così una gestione improvvisata che mette in pericolo i cittadini”.
Anche per Patrizio Zucca, Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali del Lazio, “i numerosi crolli di alberi che ancora una volta si sono verificati in molti comuni del Lazio testimoniano il difficile stato vegetativo che caratterizza il nostro patrimonio arboreo urbano”.
“Nel crollo di un albero – spiega Zucca – esiste un evidente rapporto tra il suo stato di criticità statica e l’insieme delle concause esterne in grado di aumentare la probabilità dell’evento. Un albero sano, ben radicato ed in assenza di azioni di disturbo è estremamente improbabile che ceda e si schianti. Come Dottori Agronomi e Forestali, Tecnici con competenze esclusive nella valutazione della stabilità degli alberi, da tempo chiediamo a istituzioni ed enti di governo monitoraggio e impegno sullo stato di salute dei patrimoni arborei urbani e stradali, e restiamo a disposizione per questo tipo di attività di controllo che, se effettuate con regolarità, contribuirebbe a dare risultati decisivi nel contrasto dei crolli di alberi. Bisogna lavorare – conclude – sulla prevenzione e non sull’emergenza”.