Il cantiere vero e proprio partirà a marzo, quando arriveranno anche gli ispettori europei in visita. Occorre fare presto e bene per evitare la procedura di infrazione. Due gare per le diverse fasi previste dei lavori: ecco di cosa si tratta.
A Malagrotta stanno per iniziare i primi lavori di realizzazione di una cintura interrata intorno ai rifiuti nell’ex discarica di Roma. Lo ha annunciato il generale dei carabinieri, commissario straordinario per la bonifica del sito, Giuseppe Vadalà, durante un incontro con i cittadini dei Municipi XI e XII. “Siamo quasi a dicembre 2024 e stiamo cantierizzando l’area per la cinturazione“, ha spiegato Vadalà, annunciando anche che gli ispettori dell’Unione europea visiteranno l’impianto a marzo 2025.
Stanziando 250 milioni di euro per la bonifica di Malagrotta, nel 2022 l’Italia è riuscita a congelare la procedura di infrazione. Il progetto prevede la costruzione di una copertura, il cosiddetto capping, dopo una gara da oltre 74,8 milioni di euro. Nella fase successiva, tramite 216 diversi pozzi, si procederà all’estrazione di biogas e alla captazione del percolato. Per questa seconda fase, la gara ammonta a 116 milioni di euro ma è oggetto di un ricorso al Tar. Vadalà, però, rimane ottimista: “Nonostante il ricorso, confermiamo i tempi, anche perché pende l’infrazione Ue e dobbiamo assicurare alla Commissione europea che ci sia un’irreversibilità del progetto di capping. Dobbiamo fare in fretta, per una necessità generale del Paese“.
All’incontro pubblico con il generale Vadalà hanno partecipato cittadini, esponenti del Comitato Valle Galeria Libera e i presidenti dei due Municipi interessati, Gianluca Lanzi ed Elio Tomassetti. Prima di avviare la costruzione della cintura in plastica, larga un metro, sarà necessario ottenere il rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale. “Ci stiamo lavorando, c’è un accordo totale con la Regione Lazio e con il commissario straordinario per i rifiuti, Roberto Gualtieri“, ha spiegato Vadalà.
All’incontro ha partecipato anche il subcommissario Aldo Papotto, che ha fugato dubbi, timori e perplessità espressi dai cittadini. “I pozzi sono posizionati in quattro diversi settori, che avranno un sistema innovativo in grado di dare garanzie assolute” – ha spiegato Papotto – “C’è stato un investimento importante per evitare che si possano verificare altri incendi, come in passato. Ci saranno presidi e personale antincendio, oltre a moduli antincendio permanenti. Previsti quattro operatori, 24 ore su 24“.
L’iter prevede, oltre alla visita degli ispettori europei, anche un sopralluogo dimostrativo per la cittadinanza che potrà verificare l’andamento dei lavori. “Dobbiamo andare velocissimi perché i fondi Fsc hanno un loro ciclo e scadono nel 2026-2027. La bonifica dei terreni sarà una fase successiva, ora dobbiamo fare la chiusura e l’adeguamento del sito alla normativa. Poi, se ci saranno esigenze, ma lo verificherà Arpa, ci sarà la bonifica oltre la cinturazione” – ha chiarito Giuseppe Vadalà – “I tempi della bonifica? Non è un nostro incarico: noi abbiamo la chiusura e adeguamento entro il 2026-2027. Per il percolato c’è un presidio di Arpa, che sta dando delle misure all’amministratore giudiziario. La cinturazione tende a dare una sicurezza direi totale, oltre alla prima che l’ha data per 40 anni. Dobbiamo però monitorare quello che succede a Malagrotta quando la massa si muove, a livello chimico e fisico, e assicurare la sicurezza anche su ciò che succederà con l’estrazione“.