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Macron, stop agli animali nei circhi ed oche nei delfinari ma nulla per caccia e corrida

Un progetto di legge per sensibilizzare i francesi sul problema del maltrattamento degli animali domestici e volto a vietare l’uso di animali nei circhi e di orche nei delfinari è stato presentato da Aurore Bergé, giovane portavoce all’Assemblea nazionale de La Republique En Marche, il partito che ha sostenuto Macron come Presidente della Repubblica. Ma non c’è nulla riguardo alla caccia e alla corrida.

Dai dati raccolti è emerso che in Francia la metà della popolazione possieda un animale domestico ma, purtroppo, i francesi sono anche campioni d’Europa nell’abbandono: 100 mila l’anno. Per combattere questa pratica e, più in generale per promuovere la difesa degli animali, La République en Marche, il partito di maggioranza, ha presentato all’Assemblea nazionale un progetto di legge contro i maltrattamenti sugli animali.

La causa degli animalisti è questione ormai molto dibattuta dall’opinione pubblica. La nuova attenzione per il benessere degli animali è dimostrata anche dai risultati delle elezioni municipali del giugno scorso che hanno visto emergere il movimento ecologista, definito “ondata verde”. Non stupisce quindi che la proposta venga discussa in Parlamento proprio nei giorni delicati in cui il governo deve decidere se avviare un terzo lockdown per frenare i preoccupanti numeri della pandemia da Coronavirus in atto. “Il maltrattamento degli animali interessa tutti i francesi, non solo gli abitanti ricchi delle città”, ha affermato Aurore Bergé, esponenti fra le più note del partito di Macron.

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Il presidente Macron, anche in vista delle elezioni della prossima primavera, promuove una nuova legge, a seguito della storica modifica del Codice civile che dal 2015 considera gli animali come “esseri viventi dotati di sensibilità” e non più beni mobili. Proprio per questo, il progetto di legge prevede un “certificato di conoscenza” da chiedere a chiunque voglia acquistare per la prima volta un animale di compagnia, in modo da ridurre le scelte impulsive e le successive sofferenze degli animali in caso di ripensamenti. La proposta prevede, inoltre, l’inasprimento delle pene per chi commette sevizie. Oltre agli animali domestici, il disegno legge si occupa anche dei circhi, con il divieto di usare animali al loro interno, e di parchi aquatici, che dovranno rinunciare a delfini ed orche, in caso di approvazione. Nonostante si tratti ancora di una semplice proposta, in anticipo, la stessa ha già prodotto qualche effetto positivo con la chiusura del delfinario del Parc Asterix, da anni oggetto di proteste degli animalisti.

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Il testo fa discutere, tuttavia, perché nulla dispone a proposito di caccia, di allevamenti intensivi di corrida, tipica della Spagna, ma praticata anche a Camargue, nel sud della Francia. Probabilmente la scelta di non trattare queste tematiche è stata voluta proprio per non alimentare i dissapori tra gli abitanti della città e gli allevatori, a differenza di quanto accaduto all’inizio delle proteste dei gilet gialli. “La Francia è in ritardo e questa legge è un progresso benvenuto. Poi bisognerà trovare il coraggio di affrontare anche le questioni che dividono di più”, osserva Christophe Marie, portavoce della Fondation Brigitte Bardot.

Di Sara Fracassi