Ok della Corte di Giustizia dell’Unione Europea al ricorso degli ambientalisti per fermare la caccia al lupo nel Vecchio Continente.
Buone notizie per il futuro del lupo in Europa. Dopo avere esaminato le carte bollate, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha accolto il ricorso di cinque organizzazioni non governative (ONG) da sempre in prima linea per tutelare il superpredatore. A causare la disputa tra ambientalisti e burocrati è stato il declassamento del suo status di protezione da “rigoroso” a “semplice”. Tradotto: l’abbattimento dell’animale solito muoversi in branco, al netto dell’opposizione di 17 Paesi entro il 7 marzo 2025, potrebbe diventare più facile.
A group of nongovernmental organizations will go to court to seek to reverse EU member countries’ decision to downgrade the protection status of the wolf.https://t.co/FjZ0TC65Bq
— POLITICOEurope (@POLITICOEurope) February 20, 2025
Una decisione che, nonostante l’ok del Consiglio d’Europa e nonostante la soddisfazione della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha scatenato un vespaio di polemiche. L’accoglimento del ricorso di Green Impact, Earth e LNDC Animal Protection per l’Italia, di Nagy Tavak per l’Ungheria e di One Voice per la Francia potrebbe evitare la caccia al lupo. Una mattanza che, almeno secondo le organizzazioni non governative (ONG), è basata su ideologie politiche, anziché su ragioni scientifiche. E non è finita qui. La possibilità di sparare ai canidi al vertice della catena alimentare potrebbe violare la normativa comunitaria. A fare chiarezza sarà, dunque, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
È stato accolto il nostro ricorso al Tribunale dell’Unione Europea contro il declassamento dello status di protezione del lupo! https://t.co/6XHJswMb8I
— LNDC Animal Protection (@lndc_italia) February 20, 2025
Declassamento del lupo in Europa, lo zoologo: “Così nel 1973 catturai il primo esemplare italiano”
Quando nel 1973 il Professore Emerito di Zoologia della Sapienza – Università di Roma, Luigi Boitani, andò nel Parco Nazionale d’Abruzzo, non sapeva di cambiare la storia. Dopo avere camminato nello scrigno di biodiversità, l’uomo, il primo in Europa, aveva radiocollarato un lupo per seguirne i movimenti. Un vero e proprio evento scientifico sempre nel cuore del docente romano anche a distanza di oltre 50 anni. “Un’emozione grandissima“, ha sottolineato a Teleambiente lo zoologo.
Ma in Italia Canis lupus è considerato davvero pericoloso? “Assolutamente no. Nel nostro Paese l’animale che uccide più persone è il calabrone“, ha concluso il docente.