Lombardia, la nuova legge sulla caccia impedisce i controlli e favorisce i bracconieri. L’ira del WWF e della Lega per l’abolizione della caccia.
Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato la legge di revisione ordinamentale 2021, che apporta modifiche alla legge regionale sulla caccia, favorendo la cosiddetta ‘lobby delle doppiette’. La denuncia arriva dal WWF, che spiega: “Ormai è acclarato che in Lombardia la caccia sia considerata una priorità, la Regione è così sotto pressione dal mondo venatorio che sono gli stessi cacciatori a scrivere le norme sulla loro attività”. L’organizzazione ambientalista e animalista punta anche il dito contro assessori e consiglieri regionali che “non mancano di manifestare pubblicamente la loro vicinanza al mondo venatorio postando selfie trionfalistici con i fucili in mano”.
La Lega per l’abolizione della caccia (LAC) ha mostrato le principali criticità delle nuove norme sulla caccia. In Lombardia sono particolarmente diffusi i reati commessi contro la fauna selvatica e in particolare contro gli uccelli, che vengono catturati illegalmente per essere utilizzati come richiami vivi, costretti in minuscole gabbie e a cantare incessantemente per attirare i loro simili verso il fuoco dei cacciatori.
“Basterà verificare la presenza dell’anellino per certificare che l’animale è da allevamento e non catturato, saranno felici i bracconieri” – spiega la LAC – “La procedura per il rinnovo decennale delle autorizzazioni dei capanni sarà semplificata; sarà possibile cacciare il cinghiale in tutti gli ambiti di pianura; l’animale ucciso potrà essere segnalato solo dopo il recupero della selvaggina e non subito dopo l’abbattimento, come prevede la legge nazionale; sarà soppressa la banca dati dei richiami vivi e non ci saranno più i controlli degli enti gestori delle aree protette”.
Dopo aver illustrato le principali novità che favoriscono i cacciatori, la LAC attacca così la Regione Lombardia: “Ha lavorato a favore di una minoranza armata che vede l’ambiente solo come una cosa da depredare, ma con lo stipendio fornito da una maggioranza di cittadini che vorrebbero davvero proteggere la natura. Continueremo la nostra battaglia in difesa della fauna selvatica, ci rivolgeremo al Governo e ad altre sedi istituzionali”.
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Anche Alessandra Prampolini, direttore generale del WWF Italia, attacca così la maggioranza in Lombardia: “L’ennesimo fallimento della politica, in una regione in cui il livello di illegalità e bracconaggio non si prova a limitare il problema ma si indebolisce il sistema di protezione della biodiversità. Denunceremo alle autorità italiane ed europee quest’azione di riduzione dei livelli di tutela ambientale, che tra l’altro espone tutta l’Italia (e non solo i cacciatori) al rischio di pesanti e costose procedure di infrazione”.