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Italia veloce sulla transizione green? Per il MASE è un problema!

L'Italia va veloce sulla transizione green Per il Ministero dell'Ambiente è un problema!

Nel ministero guidato da Gilberto Pichetto Fratin si discute sulla enorme mole di richieste relative a transizione verde e impianti per l’energia rinnovabile che il dicastero non è in grado di gestire 

In Italia c’è un “notevole attivismo imprenditoriale in tema di transizione ecologica e di produzione energetica sostenibile” e questo è un gran problema per il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. Ma come è possibile? 

Perché mai il Ministero (guidato da Gilberto Pichetto Fratin) che dovrebbe avere come obiettivo principale quello di favorire la transizione ecologica si lamenta del fatto che tale transizione ecologica è in atto ed è veloce?

A rispondere a questa domanda è Gianluigi Nocco che è il Direttore Generale delle Valutazioni Ambientali del Ministero dell’Ambiente. In pratica è colui che dirige l’ufficio demandato a produrre le Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA) e le Valutazioni Ambientali Strategiche (VAS) dei grandi progetti infrastrutturali ed energetici italiani.

In una lettera che Nocco ha scritto al capo di Gabinetto del Ministero dell’ambiente ha parlato di una “elevata difficoltà di far fronte alle costanti sollecitazioni derivanti dall’attivismo imprenditoriale in tema di transizione ecologica e di produzione energetica sostenibile”.

Difficoltà dovute – leggendo la nota di Nocco – a diverse criticità. Tra queste:

  • mezzi limitati per far fronte alle richieste
  • continui aggiornamenti sulle norme riguardanti lo “snellimento e abbreviamento delle procedure”
  • regole che cambiano di continuo in ordine alla distribuzione di poteri in materia tra Stato e Regioni.

Risultato? Al momento sono circa mille i procedimenti in attesa di valutazione da parte del Ministero dell’Ambiente e nell’80% dei casi viene “ravvisato il mancato rispetto degli stringenti termini disposti dalla norma”. 

Cosa sono VIA e VAS? 

Sebbene la costruzione degli impianti per la produzione di energia rinnovabile è necessaria per la decarbonizzazione della nostra economia, è necessario altresì verificare che la costruzione di quegli impianti non comporti problematiche ambientali.

Per questo è necessario che il Ministero diretto da Pichetto Fratin svolga le proprie valutazioni.

Per quanto riguarda la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) essa è una procedura tecnico-amministrativa che ha l’obiettivo di identificare, descrivere e valutare gli effetti di un progetto o di un’opera sull’ambiente prima che essa venga autorizzata.

In questo processo si analizzano diversi fattori come aria, acqua, suolo, flora, fauna, rumore e paesaggio. L’obiettivo della VIA è garantire che i potenziali impatti negativi sull’ambiente vengano identificati e mitigati attraverso adeguate misure.

La VAS (Valutazione Ambientale Strategica) è, invece, uno strumento di valutazione ambientale applicato a piani e programmi più ampi del singolo progetto e che possono avere effetti significativi sull’ambiente.

In altre parole, a differenza della VIA, che si applica a singoli progetti, la VAS ha un approccio più ampio e strategico, esaminando le implicazioni ambientali di politiche, piani urbanistici, piani di sviluppo e programmi a lungo termine.

Ebbene, il MASE è chiamato, tra le altre cose, a emanare pareri attraverso la Commissione tecnica PNRR – PNIEC. Quella Commissione, cioè, che (come si legge sul sito dell’ISPRA), “svolge le funzioni di valutazione ambientale di competenza statale dei progetti compresi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e dei progetti attuativi del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC)”. 

Una commissione che – come spiega Il fatto Quotidiano – ad oggi prevede 71 componenti ma che è composta solo da 30. Che fine hanno fatto gli altri 41? Devono ancora essere nominati.