Carpineti inaugura Limito, il vigneto labirinto più grande al mondo, un’esperienza unica per arrivare “al cuore della vigna”
Tra i Comuni di Bassiano, Sezze e Sermoneta nel Lazio, nella Tenuta Antoniana dell’Azienda Agricola Biologica Marco Carpineti, immerso nella natura selvaggia, fatta boschi e laghetti, prende vita una vera e propria opera di design. Si chiama Limito, ed è un suggestivo labirinto che riscrive il concetto di vigna.
“Un labirinto di vigna. Noi abbiamo altri vigneti con la classica impostazione ma – spiega Paolo Carpineti – abbiamo pensato di fare un vigneto inclusivo, un vigneto dove il visitatore possa passeggiare, camminare, pensare, oziare. Un luogo immersivo dove tra creatività, bellezza e produzione uno possa perdersi per ritrovarsi”.
Il labirinto, progettato dallo Studio di Architettura del Paesaggio Fernando Bernardi che ha messo in pratica l’idea di Paolo Carpineti, ha 80 metri di diametro, 4 ingressi e 2 soluzioni differenti.
Due piazzole per la sosta poste ai lati di esso, circondate da 8 cipressi, svettano come colonne e sono un “punto di riferimento” per chi lo attraversa.
Accanto al labirinto, due spirali che, come onde, danno dinamicità all’intero disegno.
L’opera di land art, che vuole far vivere a chi lo attraversa un viaggio esistenziale da percorrere tra suoni, colori e profumi della natura, con la sua conformazione sposa anche una particolare sperimentazione: con le sue onde e le sue ombre, vuole infatti sviluppare un impianto nuovo che sia funzionale alla giusta maturazione delle diverse uve e in grado di valorizzare e gestire al meglio la pianta e i suoi frutti.
Un disegno preciso anche in base alla colorazione delle uve e delle loro foglie in maniera che, con l’arrivo dei primi freddi, cambiassero colore e trasformassero il disegno in un tripudio di nuance che si accendono, fornendo allo spettatore un continuo cambio di scena.
“Io dico sempre che nasce da un sogno. Ognuno di noi sogna di fare qualcosa nella vita, probabilmente me lo ha lasciato in eredità mio padre. La passione, la voglia di fare vino, di fare vigne e cosa importante – spiega Marco Carpineti – è fare vigne in luoghi belli, naturali. Poi noi in biologico, biodinamico fin dal 94. Non dico che è stato semplice però, diciamo, ci ha un po’ rubato il cuore questo luogo, perché quest’area così bella, immersa nella natura, in mezzo all’appennino ci ha stimolato a far sì che accolga anche delle vigne come c’erano nell’antichità. Infatti, abbiamo rimessi i vitigni che qui anticamente già si coltivavano”.
Nella Tenuta Antoniana, che viene attraversata dalla Via Francigena, sono state ritrovate tracce di vino Cecubo, un vino molto amato da imperatori, poeti e contadini. Da qui, la ricerca da parte della Famiglia Carpineti di vitigni antichi.
I vitigni piantati sono Bellone e Nero Buono, due varietà riscoperte dall’azienda quando erano praticamente dimenticate. A loro, si aggiunge un’altra uva antichissima: l’Abbuoto, presente in questi luoghi già in epoca remota.
Questo vitigno faceva infatti parte del blend del vino Cecubo, decantato da Orazio e Plinio, come antesignano della grande viticoltura.
Le tre varietà sono state scelte con l’idea di rappresentare nel labirinto proprio le uve antiche di quei luoghi e rafforzare ancora di più il concetto di territorio.