Essere Animali contro Lidl pronta a migliorare le condizioni dei polli negli allevamenti intensivi: “Ignorati alcuni punti fondamentali”.
Essere Animali apprende con piacere che Lidl – anche in Italia – è intenzionata ad alzare gli standard dei polli coinvolti nella propria filiera alimentare, ma a tal proposito, a seguito della nota stampa condivisa dall’azienda, sono doverose alcune precisazioni. La nota stampa pubblicata su Alimentando, infatti, ignora volutamente alcuni punti fondamentali e induce potenzialmente in confusione i consumatori.
❌ @LidlItalia ha condiviso una nota stampa su Alimentando dichiarando di essere intenzionata ad alzare gli standard dei polli coinvolti nella propria filiera.
Peccato che sono ignorati volutamente alcuni punti fondamentali delle nostre richieste https://t.co/0xW7JfL8ga
— Essere Animali (@EssereAnimali) November 15, 2023
Essere Animali: “Lidl sottoscriva l’European Chicken Commitment (ECC)”
Essere Animali lavora sulla Campagna rivolta a Lidl assieme a 20 organizzazioni per la protezione degli animali riunite nella Open Wing Alliance (OWA) e come tutte le altre organizzazioni non governative europee chiede un miglioramento immediato degli standard di benessere dei polli in tutta la catena di fornitura di Lidl tramite la sottoscrizione dello European Chicken Commitment (ECC).
Non si tratta di una richiesta globale, ma, come dice il nome stesso, europea, ed è perfettamente allineata alle raccomandazioni scientifiche dell’ultima opinione EFSA. In questo senso, quindi, si tratta del commitment, vale a dire impegno, più completo e accurato, in grado di agire realmente sull’innalzamento degli standard, a partire da quelli più facilmente realizzabili e spesso già attuati da molte aziende (per esempio, luce naturale e arricchimenti ambientali), fino al vero tema cruciale attorno a cui ruota inevitabilmente il benessere dei polli allevati a scopo alimentare: la razza.
Essere Animali: “Cambiare razza di polli per garantire il benessere degli animali”
Come discusso anche all’ultima riunione dell’intergruppo parlamentare europeo, la razza è l’elemento più importante nel condizionare il livello di benessere dei polli. È perciò prioritario effettuare la transizione a razze a più lento accrescimento per eliminare la sofferenza intrinseca alle genetiche a rapida crescita attualmente utilizzate.
I polli a crescita rapida passano dalla nascita alla macellazione in circa 35 giorni e presentano più problemi di benessere e salute dolorosi come zoppia, insufficienza cardiaca, bruciature da ammoniaca, deformità ossee, malattie muscolari e morte improvvisa. Tutti fenomeni ampiamente documentati non solo a livello di investigazioni e reportistica negli allevamenti, ma anche dalla ricerca scientifica internazionale. Si tratta di una caratteristica comune a tutti i contesti e i Paesi europei che non presenta alcuna differenza da Paese a Paese e che anzi accomuna tutti i polli allevati intensivamente, anche quelli italiani, condannati a una vita di sofferenza per l’abnorme velocità di crescita dettata dal loro patrimonio genetico.
Da uno studio condotto dall’Università di Wageningen, implementare tutti i criteri previsti dall’European Chicken Commitment (ECC) nelle filiere italiane comporterebbe un aumento dei costi di 0,29 euro in più al chilo rispetto a uno pollo convenzionale (circa 18%). L’aumento dei costi di produzione per garantire agli animali una vita migliore non è inaspettato e il 18% rappresenta un incremento affrontabile, soprattutto se la transizione viene supportata ulteriormente da investimenti pubblici e suddivisa sull’intera filiera, invece di gravare unicamente su produttori o consumatori. La collaborazione dell’intera filiera è, infatti, fondamentale non solo per ripartire l’aumento dei costi, ma anche per mettere in atto altre strategie di mitigazione, a partire da un migliore utilizzo di tutte le parti della carcassa, perché gli aumenti non incidano solo sul petto di pollo.
Essere Animali: “Continueremo a indagare sugli allevamenti intensivi fornitori di Lidl”
Essere Animali continua, quindi, a denunciare l’inattività di Lidl su questo punto così importante e di cui l’azienda è stata resa edotta ormai da diversi mesi. L’inattività, inoltre, prosegue anche dopo la pubblicazione, nell’ultimo anno, di sei indagini su presunti maltrattamenti di polli negli allevamenti intensivi associati a suoi fornitori in Spagna, Italia, Germania in due occasioni (a Haselünne e Löningen), Austria e Regno Unito.
Le organizzazioni per la protezione degli animali afferenti alla Open Wing Alliance (OWA) hanno raccolto più di mezzo milione di firme di cittadini e consumatori che chiedono alla catena di supermercati tedesca di sottoscrivere l’impegno dello European Chicken Commitment (ECC) e migliorare concretamente le condizioni di vita dei polli allevati nella propria catena di fornitura. Open Wing Alliance (OWA) si è fatta portavoce di queste istanze con la leadership di Lidl da diversi mesi, ma nonostante il lungo dialogo in corso l’azienda continua a non dare segnali di volersi impegnare concretamente per il benessere dei polli, a partire dall’indispensabile cambio di razza.