L’eolico offshore è un tassello fondamentale per la transizione energetica

Quando si parla di transizione energetica, spesso si trascura un tassello fondamentale: l’energia eolica che potrebbe fornire un grande contributo alla causa.

Attualmente, la produzione eolica compensa in modo molto efficace quella fotovoltaica, sia a livello giornaliero che stagionale. Ma incontra spesso ostacoli vista la natura del territorio e l’orografia del Paese. In Italia infatti, il potenziale eolico a terra non è particolarmente elevato ed è concentrato principalmente nelle regioni del Sud Italia o nelle aree montane.

Un potenziale ancora tutto da scoprire e sfruttare è l’eolico offshore.

Si tratta di impianti caratterizzati da una elevata produttività: i venti in mare sono tendenzialmente più intensi e costanti di quanto non accada per i venti a terra.
Inoltre, installare impianti eolici in mare mitiga fortemente il problema del consumo di
suolo.

Delle potenzialità degli impianti eolici offshore se n’è parlato durante l’evento ‘Energia dal mare: il potenziale nazionale per lo sviluppo sostenibile delle rinnovabili offshore‘, organizzato alla Camera dei Deputati.

“Serve maggiore fiducia nei confronti delle rinnovabili dal mare. Il nostro potenziale di produzione di energia green dai primi impianti di eolico offshore in Italia potrebbe arrivare a 8,5 GW già al 2030, ovvero il 7% del fabbisogno elettrico nazionale. Ma per raggiungere questi risultati – ha dichiarato il Presidente dell’Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, Fulvio Mamone Capriasarà necessario che tutti facciano la loro parte. Abbiamo necessità di individuare e adeguare, anche con il supporto di risorse pubbliche,  le infrastrutture portuali  per supportare  la realizzazione delle fondazioni galleggianti,  e per favorire il posizionamento degli aerogeneratori e la loro integrazione con le fondazioni; occorre aprire un confronto con il Governo per rafforzare le dinamiche legate ai costi di connessione tra mare e terra e valutare nuove misure a supporto di tecnologie innovative e in più sarà necessario confrontarsi con il Gse sul tema delle future gare per l’assegnazione degli incentivi del Fer2”.

“Con un fatturato da 137 miliardi in crescita la ‘blue economy‘ rappresenta un asset strategico per l’Italia – ha sottolineato nel suo intervento il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, annunciando che “il ministero è impegnato a supportare le imprese nella transizione digitale ed ecologica con nuove misure agevolative come Transizione 5.0 e i mini contratti di sviluppo mettendo nel complesso oltre 13 miliardi di euro per tutte le filiere produttive”.

“Il mare – ha aggiunto Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare – non è stato sufficientemente sfruttato dal punto di vista sostenibile e la realizzazione presso la Presidenza del Consiglio di una struttura per il mare è il segno della volontà del governo di credere nelle attività di produzione di energia pulita proveniente dal mare”.