Come dovremmo lavare i nostri vestiti? Quali detersivi e quali fibre scegliere? I consigli del chimico Fabrizio Zago
Le microplastiche che inquinano l’ambiente e gli oceani arrivano anche dalla lavatrice. Il lavaggio domestico di tessuti sintetici, rappresenta una delle principali sorgenti di microplastiche che arrivano ai mari.
Ma come dovremmo lavare i nostri vestiti? Quali detersivi e quali fibre scegliere?
L’opinione di uno fra i massimi esperti europei in materia, il chimico Fabrizio Zago, che ha partecipato alla definizione dei criteri di certificazione dell’etichetta Ecolabel, ed ideatore del portale e dell’app Ecobiocontrol per scoprire l’impatto ambientale degli ingredienti di cosmetici e detergenti.
“I tessuti sintetici sono la seconda causa di microplastiche negli oceani. Il loro contributo è pari al 35% maggiore quindi addirittura a quello dato dal consumo di pneumatici. Serve una azione per incrementare l’utilizzo di fibre vegetali biodegradabili”, ha spiegato a TeleAmbiente Zago.
Guida al lavaggio sostenibile “quasi” perfetto di Fabrizio Zago
- Usare il dosaggio previsto dal formulatore in funzione della durezza dell’acqua. Diminuire i dosaggi comporta un lavaggio insufficiente e si ha ingrigimento della biancheria. Necessità di sbiancanti.
- Pretrattare, pretrattare e pretrattare.
- Le etichette dei detersivi dicono poco o nulla. Ma il Regolamento 648/2004 (che si vuole eliminare) prevede che in etichetta ci sia l’indirizzo web in cui trovare la formulazione qualitativa completa. In questo modo il consumatore può venire a conoscenza della presenza di sostanze a cui è allergico. Esempio: in etichetta posso trovare scritto “Candeggiante ottico” ma non quale tra i tanti. Nel sito web invece devo trovare nome e numero di registrazione CAS, quindi info precisissime.
- Meglio il bucato a mano perché l’azione meccanica è meno potente e si liberano meno microplastiche. Che questo poi sia compatibile con la vita moderna è tutto da dimostrare, credo.