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Latino a scuola, il Regno Unito dice addio alla materia

Latino a scuola, il Regno Unito dice addio alla materia

Mentre in Italia si ribadisce il valore dell’insegnamento del latino a scuola, nel Regno Unito non si studierà più questa materia

Latino addio, le scuole del Regno Unito non insegneranno più questa materia a partire da febbraio. Il Governo ha deciso di non continuare a finanziare il programma che fornisce un insegnamento di latino di alta qualità nelle scuole statali. La decisione ha suscitato qualche critica e qualche preoccupazione per gli studenti che vedranno interrompere bruscamente l’insegnamento della lingua latina.

Il Latin Excellence Programme nelle scuole inglesi

Il Latin Excellence Programme è il programma di insegnamento del latino nelle scuole statali inglesi che prevedeva anche viaggi di istruzione a Roma e lezioni speciali da parte di professionisti affermati nel campo. Il contratto originale era stato impostato per durare fino al 2026 e dunque questa interruzione repentina ha suscitato preoccupazioni negli insegnanti e negli studenti, che non potranno completare la loro formazione.

La decisione di eliminare il latino

Il Dipartimento per l’Istruzione britannico ha affermato che il “buco nero da 22 miliardi di sterline” ereditato ha reso necessario il dover prendere decisioni difficili, ma si lavorerà per cercare di ridurre al minimo i disagi per gli studenti, affinché ogni giovane lasci la scuola pronto ad affrontare l’università, il lavoro e il futuro.

Gli appelli degli accademici

Con una lettera al giornale inglese The Guardian un gruppo di accademici chiedeva al governo di riconsiderare la scelta di eliminare il programma di latino dalle scuole. “Condividiamo il desiderio del governo di mettere l’uguaglianza di opportunità al centro dell’offerta educativa – scrivono gli accademici – ma crediamo che il programma di latino abbia affrontato con successo esattamente questa sfida”. I bambini di 40 scuole statali non selettive, la maggior parte delle quali situate in aree di deprivazione economica, hanno beneficiato del programma e più di un terzo dei suoi oltre 5000 alunni hanno diritto ai pasti scolastici gratuiti, portando a un’adesione notevole al programma.

Il ruolo del latino

Nella lettera si sottolinea anche l’importanza del latino, in quanto rivelatore dell’origine di molte parole inglesi, che consente così di apprendere meglio la lingua nativa, ma anche altre discipline chiave come la storia, l’archeologia e l’arte. Per questo i professori si augurano che il programma possa essere autorizzato a continuare fino alla fine di questo anno accademico.

Il latino nelle scuole italiane

Mentre il Regno Unito dice addio al latino, in Italia si torna a ribadire la centralità di questa disciplina. Infatti li Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara ha annunciato il ritorno di questa materia anche nelle scuole medie, ribadendo che si tratta di “una palestra di logica ed è alla base della grammatica italiana. Conoscere le basi del latino significa sapersi esprimere meglio. Il latino è il momento di recupero di serietà”.

Il passaggio dalle scuole medie alle superiori

Anche in Italia si è acceso il dibattito sul ritorno dell’insegnamento del latino nelle scuole medie. Secondo l’Associazione Agorà 33 insegnare questa lingua già dalle medie consentirebbe di evitare l’impatto spesso traumatico e scoraggiante del primo anno di liceo, tanto che molti studenti ormai, per evitare questo spauracchio, scelgono il “liceo senza latino”. Per gli studenti che, invece, sceglieranno di frequentare istituti tecnici o professionali, grazie a una formazione di base potranno avere una minima consapevolezza etimologica, molto importante per una comprensione migliore della lingua italiana.

Un’approvazione bipartisan della lingua latina

Sulle nuove direttive scolastiche c’è stata un’approvazione bipartisan, con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini che ha ribadito l’importanza della lingua latina nella formazione degli studenti e il leader di Italia Viva Matteo Renzi che ha dichiarato: “le lingue morte sono in realtà molto più vive che mai”.