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Latina, bracciante esposto a pesticidi perde le gambe

Latina, bracciante esposto a pesticidi perde le gambe

Lavorava come bracciante in provincia di Latina l’uomo che, probabilmente a causa dell’esposizione ai pesticidi, ha perso le gambe. La Procura ha aperto un’indagine.

I terreni dell’Agro pontino, in provincia di Latina, fanno di nuovo da sfondo all’ennesimo episodio di sfruttamento sul lavoro e di mancanza di tutele e diritti. Un bracciante di 46 anni, di origine indiana, ha perso le gambe per l’esposizione prolungata a sostanze chimiche pericolose. L’uomo è stato ricoverato circa due settimane fa nel reparto di Terapia intensiva coronarica dell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina per una grave cardiopatia.

Gli accertamenti effettuati durante il ricovero, però, hanno rilevato che le gambe, il naso, un braccio e la milza del bracciante erano stati colpiti da una vasculite autoimmune. L’infiammazione probabilmente è stata provocata dalla risposta del sistema immunitario a pesticidi o diserbanti cui è stato esposto senza le misure di sicurezza necessarie. Da quanto emerso sembrerebbe che l’esposizione alle sostanze chimiche sia durata addirittura tre giorni.

Entrambe le gambe sono state amputate, i medici hanno potuto salvare soltanto un braccio. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta, per risalire all’azienda agricola dove ha lavorato il bracciante. L’indagine condotta da carabinieri, polizia e guardia di finanza mira a far luce sulla vicenda che, ancora una volta, mostra il lato peggiore del mondo agricolo, in cui il caporalato e la mancanza di sicurezza sono purtroppo all’ordine del giorno. Avvisati anche i servizi sociali per rintracciare i familiari dell’uomo.

È una cosa incredibile, una brutta storiaha dichiarato il presidente della comunità indiana del Lazio Gurmukh Singh all’Ansa -. Dico sempre ai ragazzi che devono stare attenti. Se perdi il lavoro puoi ritrovarlo, ma la vita è una sola“.

Sicurezza sul lavoro e caporalato, 200mila irregolari nel settore agricolo

Secondo l’ultimo Rapporto Agromafie e caporalato redatto dall’Osservatorio Placido-Rizzotto (Flai-Cgil), il nostro Paese continua a sopportare il 30% di lavoro irregolare. Inoltre, su 200mila lavoratori in nero nel settore agricolo, le donne sono almeno 55mila.

Nelle campagne dell’Agro pontino, inoltre, la maggioranza dei braccianti impiegati nei lavori agricoli, come la raccolta del kiwi, provengono dal Punjab, una regione dell’India. Anche Satnam Singh, il bracciante di 31 anni morto nel giugno 2024 dopo essere stato abbandonato senza un braccio davanti alla sua casa dal datore di lavoro, era di origine indiana. Lavorava a Borgo Santa Maria, una frazione del comune di Latina, quando ha avuto l’incidente sul lavoro che si è poi rivelato fatale. L’uomo aveva perso il braccio dopo aver utilizzato un macchinario nell’azienda agricola Lovato ed era stato lasciato agonizzante per strada con accanto il suo arto tranciato.

Come riportato da SkyTg24, per la morte di Singh, il gip del Tribunale di Latina ha emesso, a fine gennaio, un’ordinanza cautelare in carcere nei confronti di due persone, accusate di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro pluriaggravato.

Pesticidi in agricoltura, una strage silenziosa

Quella dei pesticidi impiegati in agricoltura è una vera e propria strage silenziosa. Le sostanze chimiche utilizzate nel settore agricolo si sono rivelate tossiche sia per l’ambiente che per la salute umana.

Secondo un’indagine del WWF, i pesticidi causano 9 milioni di morti premature in tutto il mondo, mentre su circa 385 milioni di casi di avvelenamento ci sono stati 11mila decessi accertati. I soggetti più a rischio di esposizione ai pesticidi sono i lavoratori agricoli, ma anche donne in gravidanza e bambini, particolarmente vulnerabili a causa della loro fisiologia.