L’ALVEARE CHE DICE SI, UNA RETE AL FEMMINILE. CHI HA DETTO CHE L’AGRICOLTURA E’ UN MESTIERE MASCHILE?

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L’Alveare che dice Sì. Buon cibo, condivisione e universo femminile. L’Alveare che dice Sì, la startup dei gruppi d’acquisto 2.0, si conferma sempre più una rete “in rosa”. Dei 161 Alveari presenti a oggi in Italia, infatti, ben 104 sono gestiti da una o più donne.

L’Alveare che dice Sì! è una startup nata nel 2016 e incubata presso l’Incubatore I3P del Politecnico di Torino. E’ un progetto che ha origine in Francia nel 2011 col nome di “La ruche qui dit oui”, e che parte in Italia a Dicembre 2015. In soli due anni, sono già sorti oltre 160 Alveari su tutto il territorio nazionale. La rete conta più di 60.000 utenti e 1.300 produttori iscritti alla piattaforma.

Gestire un Alveare si rivela un’occupazione della Gig Economy che può ben conciliarsi con un altro lavoro, e che fornisce a chi lo fa un interessante reddito complementare: per la prima volta a Milano una Gestrice donna riesce a “vivere di Alveare”. Chi l’ha detto che l’agricoltura è un mestiere maschile?

In Italia la spesa è donna: anche se online. Lo stesso vale per l’Alveare che dice Sì, la piattaforma che permette di fare la spesa direttamente dai piccoli produttori locali attraverso il sito www.alvearechedicesi.it . Secondo un recente sondaggio effettuato in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, il 70% degli acquirenti dell’Alveare che dice Sì è donna. Se in coppia, lei sceglie e acquista. E al compagno, al limite, chiede di andare a ritirare la spesa alla distribuzione settimanale.

Anche fare il Gestore dell’Alveare, cioè selezionare i produttori, radunare la comunità e seguire le vendite, è un’occupazione sempre più al femminile. L’assoluta maggioranza dei Gestori è donna: dalla studentessa alla freelance, dall’impiegata alla mamma a tempo pieno, sempre più donne si impegnano in questa attività, a volte anche rivoluzionando la loro vita professionale in favore di una vita più vicina all’alimentazione sostenibile, all’agricoltura locale e all’ecologia.

Le Gestrici vengono dai mondi più diversi: dalla ex marketing manager all’ingegnere, dalla consulente ambientale alla studentessa universitaria , fino alla proprietaria del luogo che ospita le distribuzioni.

Un’occupazione che diventa sempre in ogni caso più appetibile, anche economicamente, come dimostra la storia di Ileana Iaccarino, prima gestrice che con due gruppi di acquisto a Milano (via Losanna e quartiere Isola) riesce a “vivere di Alveare”, ricavandone un vero e proprio stipendio. “Il Gestore di un Alveare diventa un vero e proprio punto di riferimento per la propria comunità e per i produttori che se credono davvero nel progetto lo sposano fino in fondo, dando fiducia al Gestore stesso”, spiega Ileana. “Ci vuole impegno e passione, ma si ottengono risultati bellissimi anche in termini di condivisione e sinergia”.

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Chi sono le Gestrici degli Alveari?

Di seguito qualche storia di Gestrici di Alveari:

– Ileana: 38 anni, napoletana, è il primo gestore che riesce a vivere di Alveare, ne gestisce due a Milano, uno in zona Isola e uno in via Losanna. Ex consulente di marketing, ha lasciato un lavoro che non le dava più soddisfazioni e ora è Gestrice a tempo pieno.

– Chiara: 42 anni, fiorentina, gestisce due Alveari a Firenze, uno dei quali è il più ‘popoloso’ d’Italia (1426 membri): mamma ed ex marketing manager, ha lasciato il lavoro da dipendente per una vita da freelance, ha un blog di viaggi e cucina, cura la comunicazione digitale per diverse aziende e organizza corsi di cucina.

– Donatella: Romana, mamma e ingegnere civile ed edile specializzata in progettazione di ponti in precompresso. Per carenza di lavoro e amore per l’agricoltura ha iniziato a lavorare con La Nuova Arca, una azienda agricola sociale, prima occupandosi della gestione delle distribuzioni nei gruppi d’acquisto, poi cercando di trovare opportunità diverse di sbocco commerciale. Ha trovato così l’Alveare che dice sì. Nel frattempo ha lavorato anche nei mercati, si è impegnata in politica, ha iniziato a lavorare con altri produttori. e adesso gestisce il suo Alveare al Torrino (ma lavora anche ancora saltuariamente come ingegnere a fianco del marito).

– Aurélie: 35 anni, di Marsiglia, gestisce due Alveari a Milano, uno in un cinema (Cinema Beltrade): fa la consulente in comunicazione e divulgazione ambientale, e tiene un blog (Mademoiselle Green) che tratta tematiche ambientali. Ha lanciato una campagna su Instragram che si chiama #1rifiutoalgiorno. Partecipare è semplice: basta raccogliere un rifiuto al giorno. Dichiara: “L’Alveare che dice Sì mi permette di uscire dal web e di sensibilizzare le persone dal vivo. Parlo spesso sia ai clienti che ai gestori della diminuzione degli imballaggi e alcuni di loro mi stanno dando una grossa mano!”

– Sara: giovane mamma napoletana trapiantata in Friuli, gestisce un Alveare a Ronchi dei Legionari. Per 16 anni ha lavorato per una nota multinazionale del food come direttore.
Un anno fa ha preso una decisione forte e ha cambiato radicalmente la sua vita, ha lasciato il lavoro, spinta dal forte desiderio di essere presente nella vita delle figlie. Si è quindi sono imbattuta nel progetto de L’Alveare che dice Sì e ha deciso di diventare Gestrice.

alveare che dice si

 

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