Lago Albano e Lago di Nemi, allerta inquinamento totale

“La situazione è così grave che il prossimo anno, probabilmente, i due laghi non saranno più balneabili”, spiega Roberto Salustri, portavoce del Coordinamento Natura e Territorio dei Castelli Romani.

Rifiuti di ogni genere che riemergono dai fondali, compresi carcasse di auto e imbarcazioni e ordigni risalenti alla Seconda guerra mondiale, ma anche un costante prosciugamento delle acque e un aumento della presenza di batteri. Senza contare l’impatto sempre più pesante delle specie alloctone, introdotte dall’uomo per la pesca sportiva, su tutto l’ecosistema. Per il lago Albano e quello di Nemi, due tesori naturali del Lazio, è allerta totale per l’inquinamento, come denuncia Roberto Salustri, portavoce del Coordinamento Natura e Territorio dei Castelli Romani.

Il problema per i due laghi non è separato, ma riguarda tutto il territorio dei Castelli Romani, perché i laghi sono alimentati dalle falde sotterranee. Il lago Albano, essendo il più grande, forse è quello che sta perdendo più acqua: il livello ormai è sceso sotto i 6,5 metri” – ha spiegato Roberto Salustri – “Il lago, abbassandosi, non alimenta più le piante tipiche delle rive e questo causa in primis la riduzione dell’habitat naturale di tutta la fauna acquatica. Abbiamo anche visto la temperatura dei laghi aumentare molto, e con l’aumentare della temperatura, l’ossigeno si discioglie sempre meno in acqua“.

Sapevamo da tempo che c’erano queste discariche particolari, ormai stanno emergendo e venendo a galla. Nel lago Albano, in particolare, ci sono veri e propri campi minati lacustri perché intorno al lago, durante la Seconda guerra mondiale, c’erano stati bombardamenti e battaglie aeree, quindi spesso vengono rinvenuti ordigni bellici” – ha aggiunto il portavoce del Coordinamento Natura e Territorio dei Castelli Romani – “Sapevamo anche noi che c’erano automobili, elettrodomestici, imbarcazioni affondate e mai recuperate, ma ora stanno venendo in superficie. Al lago di Nemi, invece, ci sono discariche di materiali pericolosi come l’amianto, che sono state scoperte e segnalate dal gruppo delle guardie zoofile e ambientali dell’Accademia Kronos. Quelle di amianto devono essere immediatamente bonificate perché altrimenti, in superficie, con il sole e con il vento, si possono disgregare e causare gravi problemi di inquinamento“.

C’è una notizia importante che arriva dall’analisi degli ultimi dati di Arpa Lazio: è aumentato l’inquinamento da batteri, in particolare enterococchi ed Escherichia coli, tipici dell’inquinamento umano. Evidentemente sta aumentando sempre di più l’azione antropica sull’ecosistema lacustre, logicamente questo fa sì che i laghi non riescano più a disinquinarsi come facevano un tempo” – ha spiegato Roberto Salustri – “Alcune popolazioni di batteri sono aumentate di nove volte rispetto alle precedenti rilevazioni, molto probabilmente se non si invertirà la tendenza, il prossimo anno entrambi i laghi non saranno balneabili. Siamo già al limite di quello che la legge prevede“.

I laghi sono sempre stati utilizzati per la pesca sportiva e anche per l’allevamento, negli anni passati non si faceva caso all’introduzione di specie alloctone” – ha concluso il portavoce del Coordinamento Natura e Territorio Castelli Romani – “Ora invece ci stiamo rendendo conto che queste specie hanno rubato nicchie ecologiche e spazio a quelle autoctone, che creano l’equilibrio naturale all’interno dei laghi. Noi come coordinamento di associazioni possiamo fare ben poco se i Comuni non intervengono, ma rischiamo uno dei peggiori ecocidi della storia dei nostri territori“.