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La Russa: “Cani in Senato, ma con ‘passaporto’ Cae-1”

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Il presidente del Senato: “Dobermann cani di destra? No, li vedo più per quelli dei centri sociali”.

Ignazio La Russa, presidente del Senato, torna a parlare dell’iniziativa per consentire l’ingresso dei cani a Palazzo Madama. E lo fa in un’intervista a Claudio Sabelli Fioretti per Il Fatto Quotidiano, in cui spiega le modalità con cui per la prima volta potranno comparire i cani dei senatori: “Ho demandato la questione ai questori, che stanno studiando le modalità. Ovviamente, ci saranno delle precauzioni: i cani dovranno avere il collare, dovranno essere tenuti al guinzaglio e quando occorre dovranno indossare la msureuola. Inoltre, dovranno seguire itinerari prestabiliti“.

Chi già si immaginava di vedere cani scorrazzare liberi tra gli scranni del Senato, ha sicuramente preso una cantonata. Gli animali, infatti, non potranno entrare in aula, né negli spazi comuni come la Sala Garibaldi. Un’ipotesi concreta, al vaglio dei questori del Senato, è di consentire l’ingresso dei cani a Palazzo Madama con il Cae-1, una sorta di ‘patentino’, che La Russa definisce anche come ‘passaporto’, che certifica l’affidabilità sociale e l’equilibrio psichico sia dell’animale che del padrone (il test può essere sostenuto anche da più persone con lo stesso cane, dal momento che l’animale può avere comportamenti diversi a seconda del conduttore).

L’ingresso dei cani in Senato dovrebbe avvenire tra un mese e mezzo, ma la seconda carica dello Stato non porterà con sé il suo pastore tedesco, Sciara. “Sono sempre stato un amante degli animali, soprattutto dei cani. Prima di Sciara avevo una piccola maltese, Fiamma. Non sono io a decidere e non porterò Sciara con me in Senato, ma è da tanto che se ne parla, questa è sempre stata la battaglia di Michaela Biancofiore e di Michela Vittoria Brambilla” – ha spiegato Ignazio La Russa – “I dobermann cani da esponenti di destra? No, io li vedo soprattutto per quelli dei centri sociali. In caso di deiezioni all’interno del Senato, la regola è semplice: chi sporca, pulisce. Bisognerà che si dotino di sacchetti di plastica. Io raccolgo sempre la cacca di Sciara“.

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