La PAC assegna quattro volte più fondi a chi alleva animali rispetto a chi coltiva la terra. A causa di questa distorsione le diete a base di prodotti inquinanti sono più convenienti.
Uno studio pubblicato su Nature Food, ha stimato, in base ai dati del 2013, ultimo anno per cui esistono numeri completi, che oltre l’80% dei fondi della PAC sono andati a sostenere gli allevamenti di animali.
Si tratta di un controsenso, come sottolinea al Guardian, Paul Behrens, coautore dello studio, poiché proprio l’Europa ha fissato l’obiettivo della neutralità climatica da raggiungere entro il 2050.
Il sistema dei sussidi premia chi occupa più terra e poiché il bestiame occupa più spazio delle coltivazioni, ottiene maggiori sussidi. Per produrre la stessa quantità di proteine l’allevamento di bovini necessita di 20 volte più terra della coltivazione di frutta in guscio e 35 volte più di quella dei cereali. “Un risultato perverso per la transizione alimentare”, così viene definito il meccanismo da Behrens.
Altri studiosi hanno messo in guardia dal prendere per buoni ancora oggi dati risalenti al 2013 sebbene anche uno studio meno completo del 2022 abbia constatato che oltre la metà dei sussidi della PAC finivano a sostenere gli allevamenti.
Lo studio pubblicato su Nature Food arriva in un momento storico che vede l’Unione rivedere al ribasso la PAC elaborata per il periodo 2023-2027 dietro la pressione delle proteste dei trattori verificatesi in tutta Europa.
