500 corone norvegesi per ogni salmone riportato all’allevamento. La ricompensa è stata fissata dall’azienda ittica norvegese Mowi che ha perso 27mila salmoni, in media di 5,5 chilogrammi ciascuno, fuggiti da un allevamento nella regione di Troms. A causa di una tempesta la struttura che ospitava i pesci è stata danneggiata permettendo la fuga.
La presenza di così tanti salmoni d’allevamento liberi costituisce una minaccia per il salmone selvatico. Il rischio è che gli esemplari di allevamento possano accoppiarsi con quelli selvatici rendendo la specie meno resistente alle malattie come i pidocchi di mare a causa della scarsa diversità genetica dei salmoni di allevamento, più soggetti a malattie rispetto agli animali selvatici. Il timore è che i salmoni nati da questo mix siano più soggetti a morti premature.
Proprio per tutelare il salmone selvatico, la cui popolazione è sempre più esigua, lo scorso anno 33 fiumi norvegesi sono stati interdetti alla pesca e ci sono le premesse per ampliare il numero di fiumi coinvolti.
La fuga costituisce una minaccia per il salmone selvatico. Il rischio è che i salmoni di allevamento possano accoppiarsi con quelli selvatici rendendo la specie meno resistente alle malattie come i pidocchi di mare a causa della scarsa diversità genetica dei salmoni di allevamento, più soggetti a malattie rispetto agli animali selvatici. Il timore è che i salmoni nati da questo mix siano più soggetti a morti premature.
Proprio per tutelare il salmone selvatico, la cui popolazione è sempre più esigua, lo scorso anno 33 fiumi sono stati interdetti alla pesca e ci sono le premesse per ampliare il numero di fiumi coinvolti.
Lo scorso anno hanno fatto il giro del mondo le immagini girate da un animalista che ritraevano le condizioni di vita dei salmoni di un allevamento in Scozia, come riportato da Fausto Piu: “A immortalare i pesci degni di un film dell’orrore è stato l’attivista Don Staniford durante una missione sotto copertura. Dopo avere definito le immagini come le peggiori mai viste in tutta la sua vita, l’ambientalista ha chiesto l’apertura di una Commissione di Inchiesta per stabilire l’origine dell’inquietante fenomeno. Secondo l’animalista, i salmoni “zombie” sarebbero stati aggrediti dalle foche a causa dell’assenza di robuste reti anti-predatore in mare aperto. Intanto, in attesa delle indagini delle Autorità Locali, Don Staniford ha ribadito la necessità di chiudere gli allevamenti intensivi incapaci di garantire il benessere animale.”
The truth hurts…..corporate reputation!
Here’s shocking video footage I shot inside Mowi – a few months later the Norwegian giant filed legal action to stop covert surveillance inside their lousy cages. The camera never lies, unlike the $almafia @MowiScotlandLtd pic.twitter.com/WvO11CkKiQ— Don Staniford (@TheGAAIA) February 11, 2025
Only the braindead can defend the horrific scale of welfare abuse on ‘zombie’ salmon farms! @rspcaassured @ScotlandSalmon @ScotGovMarine @APHAgovuk @shepwedd @RSPCA_official @RSPCA_PATeam @ScottishSPCA @tavishscott @MairiGougeon @ciwf @philip_ciwf pic.twitter.com/6nDMsrH1d4
— Don Staniford (@TheGAAIA) February 5, 2025
Sebbene gli allevamenti di salmoni siano poco sostenibili e comportino enormi sofferenze per gli animali allevati, i governi non sono intenzionati a farne a meno, la domanda della specie è in costante aumento; la sola Norvegia ne esporta 1,2 milioni di tonnellate all’anno.