Tante iniziative per salvare la biodiversità marina e contrastare pratiche vietate da leggi sacrosante ma di difficile applicazione.
Un museo sottomarino, ma anche una ampia serie di iniziative per combattere la pesca a strascico (il cui divieto è ben disciplinato dalla legge, ma raramente fatto rispettare) e salvare la biodiversità marina sempre più minacciata. Si chiama La Casa dei Pesci ed è un progetto, risalente addirittura al 1986, ideato da Paolo Fanciulli, attivista e pescatore toscano. Un’iniziativa che nasce a Talamone, frazione marittima del Comune di Orbetello (Grosseto) e che negli ultimi anni si sta arricchendo sempre di più.
La pesca a strascico, oltre a distruggere la biodiversità locale, danneggia anche i pescatori locali. Inoltre, ci sono delle conseguenze che hanno un impatto devastante a lungo termine su tutto l’ecosistema marino. Se il contrasto alla pesca illegale è la parte fondante del progetto della Casa dei Pesci, è importante anche l’educazione dei cittadini e dei consumatori. La sostenibiltià ambientale, piaccia o no, va di pari passo proprio con quella economica, e occorre rispettare la stagionalità e la provenienza del pescato. Consumare infatti alcune specie di pesci fuori stagione, inevitabilmente, avrà un impatto significativo sul futuro delle stesse specie.
Dal 1986 a oggi, la Casa dei Pesci si è arricchita di iniziative rese possibili anche alle donazioni private e al sostegno di marchi internazionali. E pensare che questo museo sottomarino era nato partendo da alcuni blocchi di marmo, compreso quello pregiato proveniente dalle cave di Carrara.
Fino al 2015, per incastrare e strappare le reti da pesca illegali, erano stati installati esclusivamente blocchi di marmo. Poi, arrivò l’idea di installare anche sculture sottomarine, realizzate da artisti locali e non solo.
Oggi ci sono 44 diverse sculture e circa 800 blocchi di cemento, e anche artisti di fama internazionale, come la britannica Emily Young, hanno deciso di realizzare delle opere per la Casa dei Pesci. Alcune di queste sculture possono essere ammirate facendo snorkeling.
Le sculture e i blocchi di cemento, oltre ad ‘abbellire’ i fondali marini, servono innanzitutto a proteggerli dalle reti illegali fungendo da dissuasori e da barriere fisiche. In Italia, la legge vieta la pesca a strascico sia nelle aree marine protette che a tre miglia dalla costa, ma il divieto raramente viene rispettato. Con le opere del museo sottomarino della Casa dei Pesci, l’ambiente diventa favorevole per il ripopolamento di varie specie marine. Tra queste, c’è una pianta particolarmente preziosa e minacciata dalla pesca a strascico: la posidonia, che assorbe la CO2 e contribuisce a limitare l’aumento della temperatura non solo delle acque marine, ma anche dell’aria superficiale.
Il progetto, che può essere sostenuto anche tramite il 5×1000, si sta arricchendo di nuove iniziative, tutte improntate alla sostenibilità ambientale. Si pensi, ad esempio, alla Casa dei Polpi: da qualche tempo, in mare, vengono gettate trappole di plastica che danno ai cefalopodi la sensazione di protezione e rifugio. Gli animali, qui, arrivano anche a deporre le uova e questo non solo uccide gli esemplari adulti, ma impedisce la riproduzione della specie. Le trappole di plastica sono legali, ma in numero limitato, e le quantità reali di trappole installare superano fino a 50 volte il limite di legge per ogni imbarcazione. Al posto delle trappole di plastica, vengono installate anfore di terracotta, simili a quelle utilizzate nell’antichità, per salvare i polpi dall’estinzione nella Baia di Talamone.
“L’ambiente si salva anche a tavola ed è importante informarci sui metodi di cattura e sulla provenienza del pesce e preferendo quello di stagione e locale” – ripete spesso Paolo Fanciulli, più noto come ‘Paolo il pescatore’ – “Il mare non c’è solo d’estate, va tutelato e salvato tutto l’anno“.