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Attivisti Just Stop Oil imbrattano ambasciata USA a Londra dopo vittoria di Trump

Attivisti Just Stop Oil imbrattano ambasciata USA a Londra dopo vittoria di Trump

In risposta alla vittoria di Donald Trump alle presidenziali USA, gli attivisti di Just Stop Oil hanno imbrattato l’ambasciata degli Stati Uniti a Londra: “Rifiutiamo il fascismo”.

La reazione degli attivisti per il clima alla notizia della vittoria di Donald Trump alle presidenziali non tarda ad arrivare. Questa mattina, due membri del movimento ambientalista Just Stop Oil hanno imbrattato con della vernice arancione l’ambasciata degli Stati Uniti a Nine Elms, a Londra.

“Questa mattina il mondo si sveglia e scopre di essere scivolato ulteriormente nel fascismo e nel collasso climatico. La vittoria di Trump mette a rischio la vita delle persone comuni, ovunque, si legge in un messaggio del movimento su X. I manifestanti hanno spruzzato la vernice sui muri dell’ambasciata, definendo il vincitore delle presidenziali USA un “finto populista”.

 

Un portavoce di Just Stop Oil ha affermato: “L’unico vero vincitore delle elezioni odierne è il potere aziendale che controlla i principali partiti sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito. Indipendentemente da chi siederà alla Casa Bianca, le aziende e i miliardari garantiranno che gli interessi dell’industria dei combustibili fossili continueranno a essere prioritari rispetto al benessere della gente comune”.

Durante la campagna elettorale, Trump ha promesso di uscire ancora una volta dall’Accordo di Parigi sul clima, a suo dire un ‘onere ingiusto’ per gli Stati Uniti. Il tycoon ha sempre negato il cambiamento climatico definendolo qualche giorno fa “una delle più grandi truffe di tutti i tempi”.

Gli attivisti – due uomini di 25 e 72 anni – sono stati arrestati dalla polizia metropolitana e trattenuti in custodia con l’accusa di danneggiamento. Il movimento ambientalista Just Stop Oil chiede ai governi di lavorare insieme per porre fine all’estrazione e alla combustione di petrolio, gas e carbone entro il 2030. Un obiettivo ambizioso che sicuramente non è tra quelli in agenda del nuovo presidente USA, che si insedierà alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio.