
Lo European Respiratory Journal ha pubblicato un editoriale in cui evidenzia i legami tra i problemi respiratori e la crisi climatica
La stragrande maggioranza degli italiani respira aria inquinata. Questa è la preoccupante considerazione fatta dalla Sima, la Società italiana di medicina ambientale, secondo cui 8 italiani su 10 sono esposti a un’aria di scarsa qualità.
E nel resto del mondo le cose non vanno meglio. Secondo Sima, il 21% della popolazione europea è a rischio a causa dei livelli eccessivi di particolato Pm10 e Pm2.5, nonché degli alti livelli di ossidi di azoto.
Ma se l’inquinamento atmosferico è un fenomeno con cui dobbiamo fare i conti tutti, è chiaro che chi soffre di malattie dell’apparato respiratorio deve preoccuparsi più degli altri.
E il cambiamento climatico in corso non farà che peggiorare la situazione. A dirlo, in un editoriale, è lo European Respiratory Journal che ha ricordato come tra gli effetti dei cambiamenti climatici si annoverano una maggiore e precoce impollinazione, l’aumento degli incendi e le tempeste di sabbia sempre più frequenti. Tutto ciò ha delle conseguenze sempre più dure di chi soffre di malattie respiratorie.
L’impatto dell’inquinamento sull’equilibrio ambientale è significativo ed è possibile quantificarlo in base alle evidenze scientifiche dell’OMS. Un incremento di 10 microgrammi per metro cubo di particolato nell’aria causa un aumento del 7% nella mortalità generale per tutte le cause.
In particolare, si registra un aumento del 10% nella mortalità per malattie cardiovascolari o respiratorie e un aumento del 26% degli infarti. È stata dimostrata un’associazione tra l’aumento del particolato e il rischio di demenza e disturbi del neurosviluppo, come l’autismo.
Il problema diventa ancora più grave considerando che non si può fare nulla per difendersi dall’aria che si respira, e in alcune zone d’Europa, come la Pianura Padana, si possono registrare incrementi ancora più elevati di 10 microgrammi per metro cubo.
“E’ necessario un grande piano di azione per la mitigazione dell’inquinamento atmosferico, partendo dalla Pianura Padana, che presenta delle forti criticità, espressamente evidenziate dall’ultimo rapporto sulla qualità dell’aria dell’Agenzia Europea per l’Ambiente – ha affermato il presidente della Società italiana di medicina ambientale Alessandro Miani -. Avviare subito interventi fondati sull’utilizzo di coating fotocatalitici trasparenti al biossido di titanio a base etanolo, che hanno scientificamente dimostrato capacità di ridurre gli inquinanti dell’aria in sottoprodotti innocui per la salute umana, applicandoli sulle superfici murarie e vetrate degli edifici pubblici e privati ma anche implementare il verde urbano e periurbano con specie a bassa impronta idrica e alta capacità di filtrazione ed assorbimento”. Un ulteriore possibile percorso operativo è quello di rimodulare gli interventi del PNRR fermando i finanziamenti a pioggia ad una molteplicità di micro-progetti per puntare con decisione su interventi strutturali per la mitigazione dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici, concentrando ogni risorsa su grandi investimenti pubblici per le energie rinnovabili e la sostituzione dei riscaldamenti domestici, maggiori responsabili delle emissioni di polveri sottili in atmosfera, in modo da avere ricadute durature e positive sulla nostra salute”.