Tra le caratteristiche dei parassiti, la capacità di trasformarsi in maratoneti per inseguire le prede.
“Ovviamente un po’ di attenzione, sia per noi sia per i nostri animali, è d’obbligo: essendo potenziali vettori di alcuni patogeni, potrebbero trasmetterli a noi nel momento in cui riescono a bucarci con il loro temibile rostro. Conseguenze, però, solo occasionali“. Questo il commento del naturalista Andrea Bonifazi sulle zecche giganti avvistate nel Nord Italia. Proprio qui, sull’Altopiano del Carso, in Friuli-Venezia Giulia, gli scienziati del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste hanno confermato la presenza di una popolazione stabile di Hyalomma marginatum originaria dell’Africa del Nord, dell’Europa del Sud e dell’Asia. Un’osservazione tanto straordinaria quanto inquietante. Già, perché questi parassiti, che in passato erano soliti arrivare in alcuni territori, attraverso le ali degli uccelli migratori, sembrerebbero avere colonizzato gli habitat nordici italiani a causa del cambiamento climatico.
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Tra le caratteristiche delle zecche giganti, la capacità di trasformarsi in maratonete per inseguire le prede. “Sebbene un essere umano possa abilmente batterle in una gara di corsa, bisogna ammettere che sono davvero veloci. (…) Le loro grandi dimensioni – possono superare i due centimetri – fanno sì che siano ben visibili sia quando corrono sui loro adorati terreni aridi sia quando ci salgono addosso, così da poterle rimuovere agevolmente“, conclude il fondatore della pagina social “Scienze Naturali”.