Italia VS Giappone: due Paesi opposti nella tutela dell’ambiente? La video intervista

L’orientalista Alessandro Mavilio, collegato da Sapporo, a 1.000 chilometri da Tokyo, spiega a Teleambiente la concezione dell’ambiente per gli abitanti del Paese nipponico.

Ci sono il vulcano Fuji con i suoi 3.776 metri di altezza, i ciliegi rosa in fiore durante la primavera, e decine di Parchi nazionali custodi di biodiversità, miti e storie vere. Il Giappone è uno dei Paesi più affascinanti del pianeta Terra. Proprio qui, tra cascate e giardini, la popolazione sembra vivere in armonia con la natura.

Dobbiamo riconoscere al Giappone un cospicuo vantaggio su molti aspetti civili del Globo. Tra questi, vi sono senza dubbio attenzione e sensibilità alle tematiche ambientali. Ma occorre precisare che il concetto di “ecologia“, sia in termini più green di “protezione dell’ambiente” sia di discorso continuativo sull’ambiente, pervade da sempre l’anima del Giappone. Ciò si spiega facilmente con il fatto che il Paese consta di isole e, dunque, tutte le implicazioni del discorso ambientale sono da sempre impresse nella sua matrice isolana“, spiega a Teleambiente Alessandro Mavilio, orientalista, yamatologo e per anni professore di “Media Communication” all’Università Industriale di Kyoto.

Credo che sia così per ogni isola del pianeta Terra, ma il Giappone differisce da Capri, per intenderci, per il fatto che sia una Nazione e un Arcipelago, per le capacità tecnologiche e per il fatto che, essendo una civiltà con un immortale Scintoismo di fondo, fondamentalmente animista, mantiene quello che a noi può quasi sembrare un “aspetto selvaggio”, arretrato e, dunque, più in comunione e relazione con la Natura“.

Italia VS Giappone, Alessandro Mavilio: “Il pianeta Terra come una grande isola da tutelare” 

Lo scrittore, collegato da Sapporo, nell’estremo Nord del Paese, a 1.000 chilometri da Tokyo, però ribadisce: “Ovviamente non è arretratezza. Gli isolani di ogni epoca e luogo sanno bene che il loro ambiente è tutto, che un’isola non la puoi tradire, e finalmente forse anche noi occidentali, non isolani, stiamo capendo che perfino il pianeta Terra è di fatto un’isola“. Proprio per questo, secondo Alessandro Mavilio, i giapponesi vivono in simbiosi con l’ambiente circostante. Ed eccoli allora nei parchi pubblici, nelle riserve naturali, nei santuari per animali.

Le città giapponesi sono immacolate, le persone educatissime, tutto funziona come un orologio e tutto ci fa percepire l’attenzione giapponese all’ambiente, in senso lato. Ma è anche vero che ci si può imbattere in zone dove la Natura sembra essere stata completamente bandita, cacciata via. Ma proprio in questi luoghi è possibile notare che la Natura è presente nonostante sia assente. Se un giorno fossimo costretti a vivere in orbita, l’unica cultura deputata a eco-amministrare un ambiente isolato, affollato, tecnologico, senza alberi e ossigeno, attualmente, è solo quella giapponese“, ribadisce lo yamatologo.

Italia VS Giappone, Alessandro Mavilio: “Tra i due Paesi, anche una diversa concezione della morte”

Italia e Giappone sono due Paesi distanti fisicamente e culturalmente. Proprio per questo Alessandro Mavilio, che è anche fondatore di “Memorials.company” e responsabile per l’Italia di  PAX.RIP, primo cimitero virtuale della nostra Penisola, sottolinea: “Il Giappone, che mi ha adottato dal 1996, è multi-religioso e multi-opzione. In genere, anche se è un modo di dire, si nasce Scintoisti, ci si sposa da Cristiani e si muore da Buddhisti. Morire Buddhisti assicura una dimensione estetica e igienica, una sicura salvezza dell’anima e soprattutto il minore impatto delle proprie spoglie sull’ambiente. È interessante notare che secoli fa il Giappone ha adottato la cremazione per motivi principalmente igienici e di gestione degli spazi naturali. E, a mio avviso, il fatto che anche l’Italia abbia aperto a questa pratica è un’ottima notizia, perché la rinuncia alla forma originale del corpo è segno di un’enorme maturazione collettiva, anche in termini ambientali“.

Eppure, un’urna cineraria è ancora un oggetto troppo ingombrante. Ed ecco perché, secondo l’orientalista, “il futuro “eco-funerario del mondo moderno”, la “micro-simbolizzazione di massa” delle salme, certamente arriverà dal Paese delle Suzuki, degli orologi Casio, dei Pokemon e del Tamagotchi“.

 

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