L’estate sembra non arrivare mai al Nord, che continua a fare i conti con gli effetti della crisi climatica (e non solo). La conta dei danni si fa sempre più ingente.
È un’Italia costantemente spaccata in due dal punto di vista meteorologico, quella delle ultime settimane. E questa prima metà di luglio non fa eccezione, con il Centro-Sud che sta affrontando la prima, importante ondata di calore della stagione e il Nord ancora alle prese con il meteo estremo. Nelle Regioni settentrionali l’estate sembra non voler arrivare mai e continuano a susseguirsi fenomeni sempre più intensi e violenti, che ancora una volta causano danni ingentissimi al patrimonio naturale e alle infrastrutture, oltre a due vittime negli ultimi giorni.
Se la morsa del caldo sta interessando il Centro e il Sud, con temperature anche abbondantemente sopra i 35°C e una siccità che diventa un problema sempre più grave nelle Regioni meridionali, al Nord sta accadendo l’esatto opposto. Ancora una volta, come accade ormai da mesi, precipitazioni abbondantissime, violente grandinate, raffiche di vento potentissime che hanno devastato i territori. Come ad esempio la Val Visdende in Veneto, dove si sono ripetute le scene del downburst di un anno fa nella zona del Cadore, sempre più terribilmente simili agli effetti della tempesta Vaia.
Con fenomeni meteo così intensi, sono inevitabili le conseguenze più gravi. Una violenta grandinata si è abbattuta su Milano e altre zone della Lombardia, ma anche sul Piemonte, causando ingenti danni non solo alle coltivazioni. In alcuni casi, enormi chicchi di grandine, dal diametro anche di cinque centimetri, oltre a causare danni hanno provocato dei feriti, fortunatamente non gravi.
Le Regioni più colpite nelle ultime ore, oltre alla Lombardia, sono il Piemonte, il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia. In meno di 24 ore, sono stati oltre mille gli interventi dei vigili del fuoco nei territori più colpiti. Già caratterizzate da una certa fragilità causata dal dissesto idrogeologico, tante zone del Nord, dopo il vento, la pioggia e la grandine, hanno dovuto fare i conti con le frane. Diverse strade sono rimaste bloccate e centinaia di persone sono state fatte evacuare dopo che rocce, tronchi d’albero e fango sono piombate a valle.
In questa estate assolutamente anomala e tragica, diversi gli interventi per salvare non solo i residenti, ma anche i tanti turisti arrivati a visitare zone come il Lago di Garda e il Lago di Como. Quest’ultimo, nella giornata di venerdì 12 luglio, è esondato dopo aver raggiunto livelli record: la Regione Lombardia ha reso noto che da inizio anno, nel Lago, sono entrati oltre 4.000 milioni di m³ a fronte di un ingresso medio storico di 2.400 milioni.
Se i gravissimi effetti della crisi climatica al Nord sembrano non fare più notizia, si rischia di fare altrettanto con il drammatico bilancio in termini di vite umane. Le abbondanti piogge delle scorse settimane avevano già notevolmente ingrossato il letto di vari corsi d’acqua, e pochi giorni fa si è consumata una doppia tragedia. Il 17enne Giuseppe Marsichina era stato trascinato dalla corrente, martedì scorso, mentre si trovava nel torrente Masino a Cataeggio (Sondrio): il suo corpo è stato ritrovato dai sommozzatori dei vigili del fuoco solo nella giornata di giovedì. Sempre lo scorso martedì, con una dinamica simile, era scomparso nel nulla un 25enne egiziano, Hossam Abdelhamid Dessouki, travolto dalla corrente mentre si stava rinfrescando nelle acque del Canale della Muzza, a Cassano d’Adda. Nella serata di venerdì 12 luglio è stato rinvenuto un corpo nelle acque dell’Adda a Cavenago: quasi certamente si tratta del giovane disperso, ma la conferma potrà arrivare solo dall’autopsia.