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L’ippopotamo, il mammifero erbivoro a rischio estinzione

L’ippopotamo (Hippopotamus amphibius) è un grosso mammifero erbivoro africano. È una delle due specie ancora viventi della famiglia Hippopotamidae (altre due si sono estinte in tempi recenti).

L’ippopotamo ha una lunghezza testa-corpo da 3,30 a 3,75 m ed è alto al garrese 1,50 m; il peso va da 1,4 a 3 t (i maschi sono nettamente più grossi delle femmine), ma alcuni esemplari particolarmente grandi possono raggiungere i 3500-4500 kg.

Si registra una pressione mascellare di circa 94 kg/cm² (1800 psi) e una pressione complessiva del morso pari a quasi 800 kg forza (8000 N).

L’ippopotamo ha un aspetto tozzo: le zampe sono corte, la testa è grande e prominente, proporzionata al grosso corpo glabro e di forma cilindrica.

Nonostante la mole e la curiosa struttura corporea, questo animale è però piuttosto agile. In caso di necessità può caricare – o scappare – a circa 40 km/h. Quando esce dall’acqua, sa inerpicarsi facilmente anche su sponde ripide con l’aiuto delle pur corte zampe.

La sua goffa andatura è la conseguenza di un adattamento improntato alla vita acquatica.

La conformazione della testa è perfetta per consentire all’ippopotamo di restare immerso a lungo: i grandi occhi, le narici e le orecchie, piccole e mobili, sono situati nella parte superiore del muso e si trovano sullo stesso piano (spesso restano le sole parti visibili). Quando si immerge, le narici e le orecchie si chiudono.

La pelle dell’ippopotamo è quasi glabra: i soli peli che possiede sono le vibrisse (peli tattili), che ricoprono il largo muso, e i peli rigidi sulla punta della coda.