Al sud della Alpi stiamo vivendo l’inverno più caldo e secco degli ultimi 158 anni
“Il cambiamento climatico è in corso”. Si apre con questa frase perentoria il video-denuncia del film-maker Marco Rostagno girato nelle scorse settimane sulle alpi piemontesi insolitamente senza neve.
Questo inverno, infatti, è stato caratterizzato da una insolita assenza di precipitazioni.
Il video dal titolo “Change | È ora di agire” mostra due scialpinisti su una montagna completamente priva di neve. Nonostante ciò, iniziano a scendere con i loro scii come se quella neve ci fosse. Una metafora sul fatto che bisogna adattarsi ai cambiamenti climatici ma allo stesso tempo bisogna agire perché la crisi climatica non si intensifichi ulteriormente.
“Dopo più di due mesi di totale assenza di precipitazioni – ha spiegato Marco Rostagno, il regista della clip – si scia davvero su prato. Per le riprese ho semplicemente scelto un versante esposto a sud-est, al sole durante il giorno, ma anche su quelli a nord la situazione non è molto diversa”.
“Io e un mio amico che è anche uno dei due sciatori ripresi – ha continuato Rostagno –, avevamo avuto l’idea, ispirati da alcune pubblicità commerciali, ma pensavamo di dover girare in bassa valle, non certo oltre i duemila metri di altitudine. Poi, qualche settimana fa, sono andato a fare una camminata nel weekend e, vista la situazione, ho pensato che non ci sarebbe stato bisogno di fingere. Purtroppo”.
Niente pioggia e neve, al nord è allarme siccità
L’inverno che stiamo vivendo per le Alpi è il più mite e secco degli ultimi 158 anni. A dirlo è stato l’ufficio federale di meteorologia MeteoSvizzera, che ha comparato i dati di questo gennaio con quelli degli ultimi 158 anni.
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L’inverno meteorologico a Sud delle Alpi quest’anno ha fatto registrare 1,8 gradi centigradi in più rispetto al periodo 1991-2020. “Mentre il totale di precipitazione sarà inferiore a un quarto del valore normalmente atteso, più precisamente risulterà pari al 22% di esso”, scrive Meteo Svizzera.
Un problema le cui conseguenze saranno avvertite negli anni a venire. Il meteorologo Francesco Laurenzi, in una intervista a TeleAmbiente, ha spiegato che il processo che “l’acqua che arriva nei rubinetti, cioè quella che noi beviamo, ha circa un anno, un anno e mezzo se non addirittura due anni. Quindi, ahinoi, le conseguenze dell’attuale siccità non la vedremo soltanto adesso ma anche questa estate e forse anche la successiva”.
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