Invasione del grano russo in Italia, +1164% nel 2023

Il mercato del grano italiano è stato sommerso dal cereale extra europeo, in particolare da quello russo.

Le guerre in Ucraina e Palestina hanno avuto delle importanti ripercussioni anche sul mondo dell’agricoltura, questo è assodato da tempo, ma adesso il report “Mani in tempesta” del Centro Studi Divulga fornisce dei numeri che restituiscono la portata dell’impatto sul mercato del grano duro; nel 2023 si è registrato un +1164% di importazione di grano russo e un + 798% di quello turco. In crescita anche le importazioni di grano dal Kazakistan, +164%.

Va detto che il grano russo non è mai stato sottoposto a sanzioni da parte dell’Unione europea. Il dato però riguarda soltanto il nostro Paese, nel resto d’Europa non si registra una decuplicazione della presenza del grano russo. Una tale abbondanza di grano non poteva che far scendere i prezzi; si stima che il grano nazionale abbia perso il 15%. Quest’anno le cose non vanno meglio per i produttori; a gennaio le quotazioni hanno registrato un calo di oltre 70 euro a tonnellata rispetto al gennaio del 2023.

Dopo il Canada, nostro fornitore storico, Turchia e Russia sono diventate rispettivamente il secondo e terzo Paese esportatore in Italia. Un’ipotesi al vaglio è che questa invasione del cereale sia frutto di una manovra russa per destabilizzare il mercato del grano italiano e per sostenere la sua economia di guerra con un prodotto di minore qualità ma dal prezzo estremamente conveniente. Protesta Coldiretti che ritiene “una grave minaccia per i produttori il grano russo e turco”, ma anche quello canadese ricco di glifosato, e chiede al governo “più controlli nei porti per tutelare il vero Made in Italy”.