Secondo gli ultimi studi sulle Intelligenze Artificiali ormai le menti computerizzate sono arrivate a livello di scuola superior3: riescono a scrivere autonomamente e a superare esami a livello liceale.
Gli studi sulle Intelligenze Artificiali(AI) sono alla base della quarta rivoluzione industriale. Secondo molti studiosi la mente umana verrà a breve sostituita negli impieghi da quella artificiale, nello stesso modo in cui il “braccio” è stato sostituito dalla catena di montaggio.
Qualche settimana fa l’Allen Institute for Artificial Science ha rivelato che un suo software ribattezzato Aristo(da Aristotele) ha superato il test di scienze che viene sottoposto agli studenti americani dell’ottavo grado, l’equivalente della nostra terza media.
Il 90% delle risposte date dalla macchine erano corrette; Aristo potrebbe quindi iscriversi al liceo.
Il software comprende il linguaggio umano e imita la nostra logica, connettendo informazioni diverse.
Una delle domande del test era: “Cosa può provocare la diminuzione del numore di scoiattoli in una certa area”. Aristo ha scelto la risposta giusta tra quelle suggerite, ovvero “l’incremento del numero di incendi nei boschi”, dimostrando di saper collegare il concetto di incendio alla diminuzione delle risorse a disposizione degli animali.
Ma gli algoritmi hanno anche imparato a scrivere: nei giorni scorsi i giornalisti del New Yorker hanno fornito al software GPT-2, realizzato da OpenAI, una ONG di ricerca sulla Intelligenza Artificiale, le 50 milioni di parole dell’archivio digitale. Poi lo scrittore e reporter John Seabrook ha chiesto alla macchina di aiutarlo a scrivere un articolo, come argomento la AI stessa.
Il risultato è stato sorprendente: il computer ha generato interi paragrafi scritti nel raffinato stile del New Yorker.
Nel frattempo versioni molto meno sofisticate dell’ Intelligenza Artificiale stanno colonizzando gli oggetti di uso quotidiano, dalle bambole agli spazzolini da denti.
“Ma quelli sono poco più che giochi“, avverte Rita Cucchiara, che insegna Vision and cognitive Systems all’Università di Modena e Reggio Emilia.”Tuttavia l’AI ha ormai tantissime applicazioni e spesso la usiamo senza neppure accorgecene“.
Ormai infatti l’ Intelligenza Artificiale è dovunque attorno a noi: da Google Maps ai traduttori online, dai software per la modifica dei selfie agli ecografi di nuova generazione che aiutano i medici nelle diagnosi. Strumenti che, per ora, si limitano a facilitare gli umani in alcuni compiti senza minacciarne il ruolo, come pure qualcuno teme per un futuro non troppo lontano.
Ma chi da anni fa ricerca in questo campo tende a smorzare le paure. Per esempio Daniela Rus, direttrice del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory al Mit, che spiega: “L’ AI può aiutarci in molti campi, ma è lontanissima dall’avere la creatività umana”.
Dunque niente paura: l’Intelligenza Artificiale è già tra noi. C’è da chiedersi però se ha davvero senso chiamarla Intelligenza.”In effetti può indurre in errore e generare timori. Per me è solo il nome di una disciplina informatica” conclude la professoressa Cucchiara.