“La cosa più importante che in questa sfida si tenga l’uomo al centro”, sen. Andrea De Priamo.
Intelligenza artificiale e nuove tecnologie devono essere un supporto, ma sono necessarie formazione e regole precise. La questione, infatti, è soprattutto etica, ovvero come va utilizzato questo strumento.
Questi i temi al centro del convegno “Intelligenza artificiale e comunicazione”, che si è tenuto lo scorso 21 novembre a Palazzo Giustiniani, Senato della Repubblica, su iniziativa del Senatore Andrea De Priamo, in collaborazione con l’Associazione La Famiglia nel Diritto e nella Società e TeleAmbiente.
Hanno aperto il convegno l’avvocato Alfredo Cirillo, organizzatore dell’ evento e presidente dell’Associazione FDS, e il direttore responsabile di TeleAmbiente Stefano Zago.
“È una sfida importante, sono ottimista perché penso che ci si debba confrontare con il cambiamento e la modernizzazione senza paura, ma è ancora più importante che in questa sfida si tenga l’uomo al centro. – afferma a TeleAmbiente il senatore Andrea De Priamo – Se l’uomo non dovesse essere al centro, tenuto conto che per la prima volta abbiamo una tecnologia che potrebbe un domani non aver bisogno dell’uomo per svilupparsi, ovviamente salterebbe un meccanismo fondmentale, ovvero un corretto utilizzo dell’intelligenza artificiale. La sfida è questa. Le norme devono essere, però, in costante evoluzione come lo è la tecnologia”.
Intelligenza artificiale e giornalismo, un aiuto o una minaccia per la professione?
“Credo che la cosa fondamentale sia come si fanno le domande all’intelligenza artificiale, così come le domande che il giornalista deve porre nella maniera giusta in tutto il suo mestiere. – afferma a TeleAmbiente il vicedirettore del Messaggero Alvaro Moretti – Stiamo vedendo, almeno fino a questo punto, un’intelligenza artificiale, magari ancora primordiale, nella quale l’elemento creativo è molto meno marcato o eccessivo a volte”. E aggiunge: “Per la sopravvivenza dei mezzi di informazione serve che vengano riconosciuti i diritti e il pagamento giusto dell’opera umana, non dell’intelligenza artificiale”.