Inquinamento. Quante volte odori nauseabondi in diversi momenti della giornata ci hanno costretto a chiudere le finestre per salvarci dalla puzza? Un problema non nuovo e che ha scatenato più volte le proteste dei cittadini.
Ma cosa sono questi miasmi? E da cosa provengono?
Non sono nient’altro che i cattivi odori emanati dagli impianti di trattamento rifiuti, discariche, raffinerie, depuratori ed allevamenti intensivi.
Nella normativa vigente infatti, non ci sono specifici riferimenti alla necessità di contenere i cattivi odori, che spesso rappresentano uno degli impatti ambientali più importanti.
Senza contare, che se mancano limiti e riferimenti normativi, non è possibile sanzionare o intervenire contro chi produce questi odori molesti.
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Proprio per colmare questo vuoto normativo che il MoVimento 5 Stelle, ha presentato in Parlamento una Proposta di Legge, a prima firma di Ilaria Fontana che va a modificare il Testo Unico Ambientale.
La Pdl introduce concetti innovativi e regole nuove per impianti come trattamento rifiuti, discariche, raffinerie, depuratori ed allevamenti intensivi.
Il primo passo sarà l’individuazione della definizione di molestia olfattiva, ossia il massimo disturbo che gli impianti possono arrecare a chi vive attorno ad essi in termini di odori.
Questi disturbi dovranno essere considerati di valutazione di impatto ambientale, sia che tali possano generarsi normalmente o in particolari condizioni anomale o transitorie.
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Verranno definiti poi i limiti di emissione, sia alla sorgente che al recettore.
Sul recettore, sarà importante anche il monitoraggio che le Regioni saranno tenute a svolgere sistematicamente oltre che a raccogliere le segnalazioni da parte della cittadinanza.
Stabiliti i limiti, si inaspriscono le sanzioni e le conseguenze per chi li supera: si potranno infatti applicare le stesse sanzioni che valgono per gli altri inquinanti in atmosfera, come ad esempio le polveri sottili.
Un superamento sistematico potrà comportare anche alla diffida o alla sospensione delle autorizzazioni, e in funzione della gravità fino alla revoca o chiusura del sito.
Maggiori tutele, maggiori oneri: il progetto di legge intende potenziare anche i fondi destinati alle Arpa per i monitoraggi ambientali, destinando ad esse i ricavi provenienti dalle sanzioni comminate ai sensi del Testo Unico Ambientale.
“Sarà un percorso lungo – ha detto Fontana – ma il cambiamento deve puntare alla sostenibilità ambientale e mettere il cittadino sempre al centro della propria azione, facendo cessare il baratto tra vivibilità e sviluppo”.
Qui il testo della pdl: http://www.camera.it/leg18/126…