Il lago Maracaibo in Venezuela, una volta uno specchio d’acqua cristallina, è diventata una pozza nera a causa delle fuoriuscite di petrolio,distruggendo la fauna e facendo crollare l’economia locale.
Una volta la parola Maracaibo ricordava spiagge soleggiate e acque cristalline, ma purtroppo la situazione è cambiata. Ormai il lago Maracaibo è una riserva di acqua nera e puzzolente, causata dalla fuoriuscita di petrolio dalle tubature ormai in disuso, lasciate allo sbando dopo il crollo economico del paese.
Questo enorme massa d’acqua, nel nordovest del paese, si estende per 132000 chilometri quadrati e sfocia nel Mar dei Caraibi, ma al momento è ricoperta da quella che i locali chiamano “Ondata Nera Perenne”.
Questa ondata sta distruggendo non solo la fauna e la flora del lago, ma anche le vite delle persone che vivono grazie alle risorse naturali locali.
Il pescatore Giovanny Villarreal racconta per esempio che ormai quasi tutti i pesci pescati devono essere buttati.
Inquinamento, raffineria Eni Sannazzaro: biocarburante dalla raccolta di oli alimentari esausti
“La metà della nostra pesca puzza di petrolio. E visto che nessuno la compra ,la ributtiamo in mare“, racconta mostrando un cestino pieno di granchi.
La sua casa a Cabimas, nella costa più a est del lago, è costruita su rialzi, per proteggersi dalle inondazioni, ma la sua famiglia adesso ha altri problemi da cui guardarsi.
“A volte non riusciamo a dormire per via della puzza che proviene dal lago”, spiega Villarreal. “Ci penetra nei polmoni, specialmente nei bambini.”
L’inquinamento è visibile dovunque. L’acqua è di un verde fosforescente, mentre le coste sono ricoperte di una spessa melma nera.
In alto su una palma, un uccello prova inutilmente a ripulirsi le ali dal petrolio.
“Guarda, il vento ha portato il petrolio dovunque“, racconta Paul, un pescatore vicino dei Villarreal.
La chiglia della sua barca è ricoperta di petrolio, le sue reti sono diventate tutte nere.
“Quando usciamo per pescare, torniamo ricoperti di petrolio,” spiega.”E peggio ancora per la nostra salute dobbiamo usare il cherosene per togliercelo di dosso“.
Ironicamente, è grazie al petrolio che giace sotto il lago che Maracaibo, la seconda città più grande del Venezuela, ha visto accrescersi la sua ricchezza.
“Hanno estratto petrolio da sotto questo lago per 100 anni“, spiega l’economista Orlando Ochoa, uno specialista di estrazioni petrolifere.
Le cose sono cambiate nell’ultima decade però, a causa della crisi economica che ha colpito il paese.
La produzione di petrolio venezuelana ammontava a 3,2 milioni di barili al giorno 10 anni fa, ad oggi è scesa a meno di un milione.
Petrolio, sversamento in Val D’Agri. Costa: “Chi inquina paga. Lo Stato c’è”
Il crollo del prezzo del greggio del 2008 ha colpito duramente il settore, così come le sanzioni americane e la mancanza di investimenti sulle infrastrutture.
L’estrazione nel lago Maracaibo è stata colpita ancora di più rispetto al resto del paese.
“Al momento estraiamo 160mila barili al giorno, un sesto rispetto alla produzione di sei anni fa,” racconta Ochoa.
La compagnia petrolifera statale PDVSA non può più mantenere le migliaia di chilometri di cavi e tubature sotterranee, così le “infrastrutture si stanno degradando e l’inquinamento aumenta”.
Yurasi Briceno, un biologo dell’Instituto di Ricerca del Venezuela, si trova sul posto per studiare la fauna locale nella zona nord del lago.
“Ci sono 8 pozzi, tre dei quali perdono olio regolarmente da un anno,” racconta.
La Briceno spiega che durante le sue ispezioni incontra spesso delfini e lamantini con danni e escoriazioni sulla pelle causate dal petrolio.
“Noi umani siamo alla fine della catena alimentare. Mangiando i granchi o il pesce del lago, ci avveleniamo anche noi”.
“Sono 10 anni che raccontiamo quello che succede qui ai politici e alla stampa locale”conclude la Briceno, “ma nessuno ci ha mai ascoltato.”