
A quasi dieci anni dal primo report dell’UNEP, le organizzazioni no-profit hanno pubblicato un nuovo report per denunciare l’inquinamento di petrolio nel Delta del Niger, accusando la Shell e il governo nigeriano per il mancato intervento.
Nel 2011 un report dello UN Environment Programme (UNEP) sull’inquinamento da petrolio nell’Ogoniland sottolineò il devastante impatto dell’industria petrolifera nel Delta del Niger, raccomandando l’introduzione di misure per la pulizia ed un supporto immediato alle comunità devastate della regione.
Niger Delta communities have suffered from @Shell’s oil pollution for decades
NEW report reveals: Despite a 30M 💰💰💰 clean-up project, Ogoni people *still* don’t even have safe drinking water 👇https://t.co/UsWyZWjXtS#CleanUpNigerDelta #NoCleanUpNoJustice#StopShell pic.twitter.com/EGt5EfbMLl
— Friends of the Earth #BlackLivesMatter (@foeeurope) June 18, 2020
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A quasi dieci anni dal primo report, un nuovo studio intitolato “No Clean-Up, No Justice“, realizzato da Friends of the Earth Europe, Amnesty International, Era e Milieudefensie ha sottolineato il fallimento della Shell nell’implementare le misure di emergenza richieste dall’UNEP, sostenendo che solamente nell’11% delle aree contaminate siano iniziate le operazioni di pulizia. “Per più di 50 anni le persone dell’Ogoniland, nel Delta del Niger, hanno combattuto contro l’inquinamento del petrolio, la distruzione dell’ambiente e le violazioni dei diritti umani”. Secondo le stime la compagnia Shell Oil ha scaricato dai 9 ai 13 milioni di barili di petrolio grezzo nel Delta del Niger dal 1958.
“L’estrazione di gas e petrolio ha causato una continua contaminazione su larga scala di acqua e suolo nella comunità Ogoni” ha spiegato Friends of the Earth “I continui fallimenti di compagnie petrolifere e governi nelle operazioni di pulizia hanno costretto centinaia di migliaia di persone ad affrontare pericoli sanitari e a faticare per avere l’accesso all’acqua pulita”.
Nearly 10 years after a clean-up was urged for areas polluted by Shell and other oil companies in the Niger Delta, work has begun on only 11% of planned sites while vast areas remain heavily contaminated, according to a new investigation by four NGOs👇🏿 https://t.co/rtV1Dak3ef
— Amnesty Int. Nigeria (@AmnestyNigeria) June 18, 2020
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“La scoperta del petrolio di Ogoniland ha portato una grande sofferenza a queste persone” ha commentato Osai Ojigho di Amnesty International Nigeria “Per molti anni abbiamo documentato come Shell abbia fallito nel pulire le contaminazioni delle proprie perdite ed è uno scandalo che questo ancora non sia stato fatto. Il danno ecologico sta avendo un impatto sui diritti umani, sulla salute delle persone e la loro possibilità di accedere a cibo ed acqua pulita. Shell non riuscirà a cavarsela, continueremo a lottare fin quando non sarà rimossa l’ultima traccia di petrolio“.
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Il report inoltre sostiene che siano necessari operazioni di pulizia e finanziamenti per il recupero della regione; questi spettano al governo nigeriano, alla Shell ed altri governi, principalmente europei. “Dopo nove anni di promesse vane e decenni di inquinamento, gli abitanti di Ogoniland non sono solamente stanchi di bere acqua sporca, di respirare i fiumi tossici e mangiare pesci contaminati. Sono stanchi di aspettare la giustizia. Stanno morendo di giorno in giorno” ha commentato Godwin Ojo di Environmental Rights Action/Friends of the Earth Nigeria.