Tra combustibili fossili di pessima qualità, una popolazione insostenibile, condizioni atmosferiche sfavorevoli e festeggiamenti rivedibili (e illegali) di riti religiosi, l’aria è sempre più irrespirabile nelle megalopoli dell’Asia.
Lo smog continua a non dare tregua nelle città più grandi e inquinate al mondo, e sempre più spesso arrivano dei record negativi assolutamente clamorosi. È il caso, ad esempio di India e Pakistan, due dei Paesi in cui l’inquinamento atmosferico raggiunge quasi quotidianamente livelli ben oltre la soglia di sicurezza stabilita dalle linee-guida dell’Organizzazione mondiale della sanità.
India e Pakistan sempre più inquina(n)ti
Con una popolazione sempre in costante crescita fino a livelli ormai difficilmente sostenibili, al pari dei consumi, e un ricorso insostenibile ai combustibili fossili, India e Pakistan sono tra i Paesi più inquinati al mondo e anche responsabili di emissioni di sostanze non solo nocive, ma anche climalteranti. Le ragioni sono molteplici, anche se alcune fonti di inquinamento non solo sono del tutto inutili, ma in alcuni casi anche illegali, come è accaduto a New Delhi. Nella capitale indiana si è festeggiato il Diwali, la festa indù delle luci, e nonostante i divieti delle autorità (in vigore sin dal 2017), molte persone hanno utilizzato fuochi d’artificio e petardi che hanno finito per aggravare una situazione già delicata. La città, in cui vivono oltre 33 milioni di persone, si è ritrovata avvolta da uno spesso strato di smog tossico, con la qualità dell’aria che è precipitata alla categoria ‘grave’ secondo la SAFAR, la maggiore agenzia di monitoraggio ambientale indiana.
Il record di Lahore
A Lahore, la seconda città più grande del Pakistan dopo Karachi, è invece stato raggiunto un valore di particolato fine PM2.5 (quello che causa i maggiori danni alla salute) senza precedenti. C’è stato un picco, addirittura, di 1.067, prima che al mattino la concentrazione di inquinanti scendesse a circa 300: mai, nemmeno in una città così inquinata, era stato raggiunto un valore simile. La qualità dell’aria è destinata a rimanere scadente anche nei prossimi tre o quattro giorni, come ha spiegato l’Agenzia locale di protezione ambientale, e le cause sono ben note: smog, mix di nebbia e inquinanti causati da fumi diesel di bassa qualità, fumo da combustione agricola stagionale e condizioni atmosferiche. Nella città il meteo è già invernale e l’aria fredda e più densa intrappola le emissioni dei carburanti di scarsa qualità utilizzati per i trasporti e per l’industria. Nelle zone più inquinate di Lahore, si cerca di porre rimedio alla situazione: oltre alla messa al bando dei veicoli più inquinanti e dei ristoranti che cucinano barbecue senza filtri o con fuochi all’aperto, da lunedì metà del personale degli uffici governativi e delle aziende private lavorerà da remoto.
Le città più inquinate al mondo
Per avere un’idea dell’irrespirabilità dell’aria a Lahore, vanno considerati gli standard fissati dall’Oms. L’aria è considerata ‘cattiva’ se l’indice supera quota 180, e il picco raggiunto da Lahore (oltre 80 volte la soglia d’allarme), poi abbassatosi a circa 300, fa capire quanto la situazione nella città pakistana sia insostenibile. Inevitabile un vero e proprio primato negativo, che supera altre grandi città come Calcutta (picco di 366), New Delhi (350), Mumbai (229) e Wuhan (177).