L’inquinamento luminoso di New York finisce nel mirino dei gruppi ambientalisti: “Un grossolano spreco di energia e un impatto diretto sulla natura”.
Durante la Settimana per il clima a New York che ha riunito attivisti, politici e uomini d’affari per centinaia di eventi volti a riflettere su come affrontare la crisi ambientale, non sono mancate le proteste da parte delle associazioni ambientaliste.
Proprio New York è finita nel mirino degli ambientalisti. Secondo il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, l’illuminazione esterna negli Stati Uniti consuma abbastanza energia da alimentare 35 milioni di case per un anno. Le luci abbaglianti che rendono la “città che non dorme mai” ciò che è sono da tempo fonte di frustrazione per gli attivisti, che sottolineano la contraddizione con lo spirito sobrio incarnato dal summit.
“Credo che ci sia ancora molta strada da fare prima di vedere una città illuminata per quello che è, ovvero un grossolano spreco di energia e un impatto diretto sulla natura”, ha dichiarato all’AFP Ruskin Hartley, direttore dell’International Dark-Sky Association (IDA), che si batte per mantenere i cieli bui di notte.
Gli attivisti vorrebbero che anche l’inquinamento luminoso diventasse un argomento di discussione all’interno di summit come quello che si è tenuto nella grande mela. Un danno ambientale di sicuro meno visibile dei rifiuti, ma che ha comunque un enorme impatto sugli ecosistemi.
Inquinamento luminoso, ecco quali danni causa a New York (e non solo)
Secondo le stime dell’IDA, l’illuminazione esterna visibile nello spazio è responsabile dell’1% delle emissioni annuali di gas serra.
Tra le vittime dell’inquinamento luminoso poi, ci sono anche gli uccelli, attirati dalle luci della metropoli: “New York si trova lungo una rotta migratoria utilizzata da milioni di uccelli ogni anno”, ha spiegato all’AFP Dustin Partridge, responsabile di New York City Audubon, un’associazione per la protezione degli uccelli. Per risolvere il problema, nel 2021 New York ha approvato una legge che impone a tutti gli edifici di proprietà della città di spegnere le luci non essenziali dalle 23 alle 6 del mattino durante le migrazioni primaverili e autunnali. Ma sono solo una piccola percentuale di tutti gli edifici.
Un’altra conseguenza dell’eccessiva presenza di luce artificiale è la perdita di visibilità delle stelle. Sono sempre più difficili da vedere infatti, proprio per colpa del crescente impiego di luci nelle città.
La scomparsa dei cieli stellati, oltre a dimostrare l’inquinamento luminoso, ha anche conseguenze sull’uomo. Infatti, due scienziati statunitensi hanno coniato un neologismo per descrivere l’effetto sulle persone dato dall’assenza dei cieli stellati notturni: la “noctalgia”. Questo termine vuole descrivere il senso di tristezza associato alla progressiva scomparsa dei cieli notturni stellati. Una perdita non solo in termini naturali, ma anche culturali. Le costellazioni sono infatti da sempre legate all’uomo e protagoniste di miti, leggende e fonte d’ispirazione artistica.
Neanche l’illuminazione al LED (meno impattante dal punto di vista energetico) potrebbe risolvere il problema, anzi potrebbe peggiorarlo. La luce blu infatti, è risultata più inquinante della precedente lampada a luce gialla.