Inquinamento chimico, sequestrato stabilimento a Bussi sul Tirino

Nel mirino della Gdf un’azienda che, pur avendo ammesso e dichiarato l’inquinamento, non avrebbe intrapreso le azioni necessarie a contenere la contaminazione. 

Un nuovo caso di inquinamento chimico delle falde acquifere a Bussi sul Tirino, ha portato al sequestro, da parte del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Pescara, di uno stabilimento industriale. Le indagini della Procura hanno accertato che l’impianto industriale aveva inquinato il suolo dal 2015 in poi e ci sono due persone indagate, accusate di non aver impedito la compromissione e il deterioramento anche delle acque interne e di falda.

Le conseguenze sono potenzialmente molto gravi, dal momento che lo sversamento di sostanze inquinanti è pericoloso sia per la salute pubblica che per gli organismi acquatici. Per Bussi sul Tirino si ripete quindi quanto accaduto già in passato: da anni, nella zona, è stata disposta la bonifica dell’intero Sito d’interesse nazionale, dopo che negli scorsi anni e decenni l’attività delle industrie chimiche locali aveva già inquinato oltre 236 ettari di terreno.

Anche se la società coinvolta aveva ammesso e dichiarato l’inquinamento in atto, le indagini, anche attraverso il campionamento e le analisi di diversi organi di controllo, hanno appurato omissioni e inadempienze nell’adottare misure specifiche per limitare le contaminazioni. Bussi sul Tirino, tra l’altro, poche settimane fa ha pianto la scomparsa del sindaco Salvatore Lagatta, che oltre all’impegno politico era stato un attivista che si era battuto proprio per la bonifica delle aree più inquinate del territorio, dove tra l’altro diversi anni fa era stata allestita la discarica abusiva di rifiuti pericolosi più grande d’Europa.