Inquinamento, le acque inglesi sono diventate una fogna Qualcuno morirà

Inquinamento, le acque inglesi sono diventate una fogna: “Qualcuno morirà”

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Allarme inquinamento delle acque della Gran Bretagna. Fiumi e laghi sono diventati una fogna a cielo aperto. E i laburisti puntano il dito contro la privatizzazione delle reti idriche.

La Gran Bretagna è diventata una vera e propria fogna a cielo aperto a causa di virus, batteri e sostanze chimiche radioattive presenti nelle acque inglesi.

Oltremanica, le condizioni della rete idrica preoccupano la cittadinanza e i politici, come Steve Reed, che ha lanciato l’allarme inquinamento. Il responsabile per l’Ambiente dei laburisti, ha dichiarato: “La nostra acqua potabile non è più sicura e i nostri fiumi sono pieni di scarichi tossici”.

I laburisti hanno colto l’occasione per attaccare il governo, visto che l’acqua inglese non è più sicura da bere e in fiumi e laghi c’è davvero di tutto. I dati infatti, sono preoccupanti: solo il 16% dei fiumi in Inghilterra supera i test per il buono stato biologico e nessuno supera i test per l’inquinamento chimico.

Anche il deputato laburista Clive Lewis ha puntato il dito contro la privatizzazione, chiedendo che l’industria idrica in Inghilterra diventi di proprietà pubblica. Secondo Lewis infatti: “L’acqua privatizzata non funziona né per le persone né per il pianeta”.

 

Tra le zone più colpite dall’inquinamento c’è il Devon. Nella regione alle porte della Cornovaglia è stato consigliato dalle autorità locali di bollire l’acqua prima di berla dopo numerosi casi di dissenteria causati dal batterio escherichia coli. Inoltre, è stato scoperto che nel lago Windermere, il più famoso d’Inghilterra, sono state riversate milioni di tonnellate di scarichi fognari.

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Sull’inquinamento delle acque di fiumi e laghi inglese c’erano stati segnali già qualche mese fa. Durante la regata Oxford-Cambridge sul Tamigi, gli atleti si erano sentiti male a causa del forte inquinamento del Tamigi.

Il monito sul pericolo che si prospetta per gli inglesi, viene confermato anche Charles Watson, presidente e fondatore dell’associazione River Action UK, che ha dichiarato: “Non esagero quando dico che qualcuno morirà”, ha spiegato Watson ai parlamentari del comitato di audit ambientale (EAC). “Non esiste alcuna guida prodotta dall’Agenzia per l’ambiente in merito alla salute pubblica. Migliaia di bambini e famiglie si recheranno a metà mandato nei fiumi e nei laghi, nessuno dei quali ha lo status di balneabile. Nessuno lo sta monitorando”.

Proprio l’organizzazione di Watson aveva effettuato i rilevamenti nel Tamigi prima della regata, riscontrando livelli di e. coli fuori i limiti consentiti per la salute pubblica.

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