Incendio ecoballe di rifiuti, disastro ambientale a Salerno

Un rogo che va avanti da quasi 24 ore, con il rischio di un impatto devastante sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. 

Quasi certamente, si tratta di un gravissimo disastro ambientale, quello causato dall’incendio che ha bruciato circa 60mila tonnellate di ecoballe di rifiuti all’interno del comprensorio militare di Persano, a Serre (Salerno). Il rogo è divampato nel tardo pomeriggio di martedì 30 luglio e, a distanza di 24 ore, non è ancora stato completamente spento.

L’incendio ha fatto alzare in cielo un’enorme nube di fumo, che ha reso in pochi minuti l’aria irrespirabile e costretto i sindaci di tutti i Comuni limitrofi ad emanare ordinanze di vario genere, invitando, nella migliore delle ipotesi, i cittadini a tenere chiuse le finestre. Per domare le fiamme, ai vigili del fuoco di Salerno sono stati inviati rinforzi, con uomini e mezzi, anche dai Comandi di Napoli e Caserta. Arpa Campania ha subito attivato il monitoraggio della qualità dell’aria, anche se appare difficile, al momento, poter scongiurare un grave disastro per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Si attendono, con ansia e preoccupazione, i primi risultati già nelle prossime ore.

È ancora presto per poter stabilire l’origine dolosa dell’incendio, che tuttavia, stando a quanto comunicato dalla Regione Campania, appare l’ipotesi più probabile. Intanto, però, infiamma la polemica politica, con tutte le opposizioni che parlano di disastro annunciato e attaccano la politica di gestione dei rifiuti della Giunta presieduta da Vincenzo De Luca. A Persano, infatti, erano stoccate ecoballe di rifiuti che erano stati inviati dalla Campania alla Tunisia e che però erano stati rispediti al mittente dopo che le autorità del Paese nordafricano avevano riscontrato evidenti violazioni. Alcuni dei rifiuti inviati in Tunisia, infatti, erano particolarmente nocivi ed erano stati smaltiti in modo illecito. Una volta tornati in Italia, erano stati stipati a Persano, anche se la Giunta De Luca nel 2022 aveva assicurato che sarebbero rimasti stoccati in quel sito per non più di sei mesi.