Messina, incendio in discarica: ipotesi origine dolosa

I vigili del fuoco hanno trovato almeno due diversi punti di innesco, e ora si teme per l’impatto ambientale e sulla salute. Arpa Sicilia monitora la situazione, si attendono i primi risultati nelle prossime ore.

Dopo 72 ore di interventi disperati, è stato finalmente domato l’incendio divampato in una discarica a Mazzarrà Sant’Andrea (Messina) e che preoccupa non poco per le conseguenze a livello ambientale e sulla salute dei cittadini. A fuoco, infatti, è andata un’ingentissima quantità di rifiuti di vario genere, e nelle prossime ore sono attesi i primi risultati delle rilevazioni della qualità dell’aria da parte di Arpa Sicilia.

Il rogo era partito dal torrente Mazzarrà in secca, nella notte tra lunedì e martedì scorsi, e con il passare delle ore, anche a causa del forte vento e delle sterpaglie che hanno fatto da combustibile, si era propagato prima in una vecchia discarica dismessa e in seguito nella vicina discarica attualmente in uso. Le fiamme hanno bruciato sia i rifiuti che i teli che li coprivano.

Il primo a parlare di probabile origine dolosa dell’incendio è stato Carmelo Pietrafitta, sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea che a scopo precuazionale aveva anche vietato il consumo di alimenti di origine animale e vegetale prodotti sul posto, invitando i cittadini a tenere chiuse le finestre. Un’ordinanza analoga è stata firmata anche da Felice Germanò, sindaco del vicino Comune di Furnari, anche perché l’enorme colonna di fumo nero prodotta dall’incendio è stata portata dal vento verso il mare. I Comuni interessati, infatti, si trovano a ridosso o sulla costa tirrenica messinese. L’allerta ambientale, per effetto del fumo trasportato dal vento, al momento riguarda anche un altro Comune, quello di Terme Vigliatore. Anche qui Arpa Sicilia ha avviato le rilevazioni per monitorare la qualità dell’aria.

Sull’ipotesi dell’origine dolosa, ci sarebbero ben pochi dubbi. Anche la magistratura, che si sta muovendo sul caso, ha confermato che i vigili del fuoco, nella zona in cui si sarebbe originato l’incendio, hanno trovato almeno due diversi punti di innesco. Da tempo, il sindaco Pietrafitta ma anche molti cittadini, avevano lanciato l’allarme sull’ex discarica, non più in uso da anni. E oggi, inevitabilmente, prevale l’amarezza: sono in molti a ribadire di non essere stati ascoltati.

Il lavoro dei vigili del fuoco, della Protezione Civile e del Corpo Forestale è stato reso ancora più difficile dalle condizioni atmosferiche. Il vento ha infatti continuato ad alimentare le fiamme e i Canadair e gli elicotteri, che dovevano creare una striscia tagliafuoco per consentire l’intervento dei mezzi di movimentazione terra, hanno interrotto le loro operazioni di notte potendo operare solo con la luce del giorno. A fronteggiare il rogo, diverse squadre dei vigili del fuoco, con un ingente dispiegamento di mezzi di ogni genere e rinforzi arrivati anche dalle altre province e con mezzi inviati anche da alcune ditte private, tra cui la raffineria della vicina Milazzo.