
Incendi in Siberia, la situazione si fa sempre più drammatica: “Ci servono più uomini o non ce la faremo”. Intanto, brucia anche la Turchia.
Incendi in Siberia, in quella che tradizionalmente è una delle aree più fredde al mondo la situazione si fa sempre più drammatica. Uomini ben equipaggiati e mezzi, al momento, non sembrano bastare a fronteggiare l’emergenza, specialmente nella vasta repubblica della Jacuzia. Dallo scorso mese di maggio, l’emergenza incendi da queste parti sembra non finire mai: le fiamme stanno divorando tutto ciò che incontrano, comprese le basi logistiche. E oggi Yegor Zakharov, uno dei capisquadra del servizio forestale russo alle prese con l’emergenza, lancia un appello drammatico: “Se non mandate altri uomini, non ce la faremo mai“.
Number of wildfires in Yakutia, Russia’s largest and coldest territory, grew earlier today to 144; ten areas of the republic are badly affected. Yakutia is going through the third month of heatwave and catastrophic wildfires #wildfires2021Russia pic.twitter.com/plUYQNXsaT
— The Siberian Times (@siberian_times) July 29, 2021
Come spiega Phys, le ondate di calore ed il vento hanno fatto sì che in Siberia siano già andati in fumo oltre 1,5 milioni di ettari. Il tutto, tra l’altro, è avvenuto ad un mese dal consueto inizio della stagione degli incendi estivi. Anche la Russia, come il resto del mondo, sta affrontando ondate di calore senza precedenti e in Siberia non bastano più i 250 impiegati a tempo pieno, coadiuvati da 150 operatori stagionali. Un numero estremamente insufficiente, frutto di tagli al personale sempre più ingenti. Si pensi, ad esempio, che nel 1988 gli operatori erano in tutto 1.600 ed oggi sono appena un quarto.
Eastern Siberian fires seen by satellite between 30 June and 3 July. The first image shows several fires that broke out over part of Yakutia on June 30th. The following images show the smoke from the fires trapped inside the high pressure system. https://t.co/RTBU8ckxQB pic.twitter.com/aWGEdOxYl6
— Giulio Betti (@Giulio_Firenze) July 4, 2021
Gli ambientalisti russi, ormai da tempo, lamentano i continui tagli agli investimenti per la tutela del patrimonio forestale e una eccessiva autonomia alle singole regioni in questo ambito. I risultati oggi sono sotto gli occhi di tutti, come denuncia Grigory Kuksin, responsabile di Greenpeace in Russia: “Abbiamo sempre detto che, invece di ridurre il budget per tutelare le foreste, il nostro Paese avrebbe dovuto triplicarlo, ma non ci hanno mai ascoltato“. Intanto, però, la Siberia continua a bruciare e gli uomini impegnati da oltre un mese in prima linea iniziano ad essere sempre più stremati.
Antalya, Kayseri, Mersin, Adana, Osmaniye!
Ormanlarımızı yakıyorlar!
SUSMAYIN! pic.twitter.com/vvaLKUi8fY— TTA Grup (@TTAgrup_) July 29, 2021
La situazione è drammatica anche in Turchia. Da ieri, nel Sud del Paese, un incendio boschivo ha raggiunto le abitazioni e le strutture di una zona turistica: il bilancio, ancora momentaneo, è di tre morti e oltre 100 feriti o intossicati. L’incendio era partito da un bosco di Manavgat (provincia di Antalya) ma le fiamme hanno raggiunto rapidamente, per effetto del vento, alcuni quartieri nel distretto di Kalemler.