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Incendi e Covid, due fenomeni collegati tra loro. La mappa per difendersi dai roghi

Incendi e Covid: due fenomeni apparentemente diversi e distanti, ma in realtà collegati tra loro. Lo dimostra uno studio di Harvard. Sempre dagli Stati Uniti arriva una mappa per proteggersi dai roghi.

Inquinamento da incendi e aumento dei casi di Covid. Due fenomeni apparentemente diversi e distanti, ma che in realtà sono collegati tra loro. Lo dimostra uno studio condotto dall’Università di Harvard, pubblicato su ScienceAdvances. I ricercatori hanno provato a valutare il rapporto tra gli alti livelli di inquinanti atmosferici dovuti agli incendi e l’andamento della pandemia in diverse aree degli Stati Uniti, in particolare in California, Oregon e Washington, nel periodo compreso tra marzo e dicembre 2020.

 

In quel lasso di tempo, le fiamme bruciarono oltre 4 milioni di ettari di terreno e nel momento di maggior frequenza e intensità degli incendi (da agosto ad ottobre) i livelli giornalieri di particolato (PM2,5) erano diventati cinque volte più alti della media (31,2 microgrammi per metro cubo d’aria contro 6,4 e picchi oltre i 500 µg/m3). Inutile e scontato precisare, come ha fatto l’Agenzia di protezione ambientale degli Stati Uniti (Epa), che con simili livelli di PM2,5 ci siano diverse conseguenze sulla salute (come asma, malattie polmonari croniche ostruttive, malattie respiratorie e morti premature).

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Resta però da capire la correlazione tra gli incendi e l’aumento dei casi di Covid. I ricercatori di Harvard, insieme ad alcuni colleghi di Cambridge e di Redlands, hanno sviluppato un modello statistico in grado di integrare le concentrazioni giornaliere di PM2,5 nell’aria e l’andamento della pandemia, in particolare per quanto riguarda l’aumento dei casi e dei decessi. Il modello ha tenuto conto anche di fattori come clima, caratteristiche demografiche dei territori, distanziamento sociale e assembramenti. In diverse zone, i ricercatori hanno rilevato che ad un aumento giornaliero medio di 10 µg/m3 di PM2,5, per quasi un mese si è registrata una crescita dell’11,7% dei nuovi casi e dell’8,4% dei decessi per Covid. Si tratta, è bene ricordarlo, solo di una media: in California e nello stato di Washington si sono registrati anche picchi compresi tra il 65,3% e il 71,6% dei contagi e del 52,8% e 65,9% dei decessi.

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La correlazione statistica tra gli incendi e la diffusione del Covid non tiene però conto di quella biologica. Secondo i ricercatori, l’esposizione ad alti livelli di PM2,5 può aumentare la probabilità di sviluppare un’infezione più grave, col rischio che un’infezione asintomatica possa trasformarsi e causare sintomi, anche gravi. I ricercatori mettono poi in guardia dal cambiamento climatico. “La crisi del clima e gli incendi sono una combinazione disastrosa, perché le regioni occidentali degli Stati Uniti saranno sempre più calde e secche e questo è il carburante ideale per i roghi“, spiega Francesca Dominici. La ricercatrice del Dipartimento di Biostatistica di Harvard poi aggiunge: “Auspichiamo che questi dati possano fornire informazioni chiave ai responsabili della politica su come gli effetti di una crisi globale come il cambiamento climatico possono avere effetti a cascata su altre crisi globali concomitanti, come la pandemia“.

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Dagli Stati Uniti sempre più flagellati dagli incendi e dagli eventi meteorologici estremi, arriva però una lezione di prevenzione e di tutela della salute pubblica. Il governo federale, infatti, può usufruire di vari servizi offerti da agenzie come l’Epa o la Nasa. L’agenzia spaziale, ad esempio, fornisce in tempo reale tutti i roghi in corso in tutto il mondo. L’Epa, invece, va addirittura oltre, con la Fire and Smoke Map, che monitora non solo l’estensione degli incendi, ma anche gli effetti sulla qualità dell’aria. Un rogo originatosi in un determinato punto, ad esempio, può avere effetti anche a centinaia di chilometri di distanza, proprio a causa degli inquinanti trasportati dal vento nell’aria. Questo genere di mappe può essere utile, se non decisivo, per prendere decisioni tempestive sull’evacuazione delle popolazioni residenti di fronte alle conseguenze nefaste per la salute dei disastri ambientali.