Home Attualità Incendi, anche l’Africa brucia, ma la realtà è ben diversa dall’Amazzonia

Incendi, anche l’Africa brucia, ma la realtà è ben diversa dall’Amazzonia

Tutti conosciamo il dramma della Foresta Amazzonica, ma recentemente i riflettori sono stati puntati anche sul continente africano. La differenza però è che in Africa gli incendi sono parte vitale dell’ecosistema del continente e della vita dei popoli, da milioni di anni

Gli incendi catastrofici della Foresta Amazzonica sono sulle prime pagine di tutti i giornali e tg, ma da qualche giorno la NASA ha fatto notare che al momento ci sono più incendi in alcune zone dell’Africa che in Brasile.

Questo ha fatto scaturire parecchi dubbi e polemiche, se i media utilizzino due pesi e due misure – stiamo ignorando un disastro ambientale ancora più grande in Africa, o gli incendi in Amazzonia ottengono risalto come strumento contro Bolsonaro, leader notoriamente antiambientalista?

In realtà le due situazioni sono ben diverse.

La prima cosa da sapere è che l’impatto degli incendi dipende principalmente da dove scaturiscono e cosa sta bruciando, e solo in minima parte da quanto è grande o da quanti focolai ci sono.

La maggior parte degli incendi africani attivi al momento stanno bruciando nelle praterie, nei posti esatti dove ci si aspetta che ci siano incendi in questo periodo dell’anno.

Questi fuochi sono accesi di solito dagli allevatori di bestiame, come parte di un modello di gestione della savana che ha migliaia se non milioni di anni. Alcuni incendi sono accesi per stimolare la ricrescita di prato verde, nutrimento per le vacche, altri invece sono usati per controllare il numero di zecche parassite o per ridurre la crescita dei cespugli spinosi.

La Terra dei Fuochi continua a bruciare. 12 incendi in 48 ore

Senza gli incendi, molte savane (e gli animali che ci vivono) non esisterebbero, e bruciarle è un attività fondamentale di gestione del territorio di moltissime aree protette dell’Africa. Per esempio il Serengeti in Tanzania è conosciuto in tutto il mondo per i suoi grandi carnivori e per le infinite mandrie di gnu che migrano in quelle zone .

Bene, metà del Serengeti va in fiamme ogni anno.

La domanda che si fa spesso è se questi incendi sono “naturali” o sono “innaturali”, quindi dolosi. La risposta non è facile: bisogna considerare che si parla di una pratica che in questa parte del mondo nasce milioni di anni fa, quando i primi Hominis vagavano per le pianure.

La savana è probabilmente nata per via dei fuochi accesi dai nostri antenati, principalmente per far crescere erba verde che avrebbe attirato gli animali che loro cacciavano, per poi proseguire quando gli stessi hominis iniziarono ad apprendere i primi rudimenti di pastorizia.

Amazzonia in fiamme. Nel 2019 record di incendi, per Bolsonaro è colpa delle Ong

Gli animali e le piante della savana non solo si sono adattati a sopravvivere a questi eventi, ma alcuni addirittura ne sono diventati dipendenti : il cursorius di Temmink per esempio è un uccello della savana che fa il nido sono nelle zone bruciate da poco.

Un altro fattore da considerare è che gli incendi nella savana bruciano principalmente erba secca che ricresce ogni anno: la CO2 rilasciata dagli incendi nella prateria è riassorbita dalla crescita del nuovo manto erboso l’anno successivo, rendendo questi incendi quasi a emissioni neutre nell’arco di un anno.

Rispetto ai fuochi della savana, il vero problema sono gli incendi nelle foreste, sia in Africa che in Amazzonia. Le foreste tropicali di solito sono zone calde e umide, con zero erba secca dove può attecchire il fuoco, quindi di solito non vanno a fuoco. Però se per qualche motivo il terreno si secca, sia per una siccità o per la deforestazione, si creano delle zone che diventano dei cunei dove i venti secchi si infilano, e a quel punto le foreste bruciano in modo catastrofico.

Incendi. Amazzonia, Siberia e Africa. Il Pianeta Terra è in pericolo

Le piante e gli animali di queste zone non si sono adattate agli incendi,  che quindi causano danni che necessitano di decenni per guarire. Allo stesso modo, la CO2 emessa dagli incendi nelle foreste tropicali impiega decine di anni per essere riassorbita, e questo significa che gli incendi nelle foreste come quelli in Amazzonia o in Siberia hanno un impatto enorme sull’ecosistema globale.

Sfortunatamente quindi, in contrasto con quelli africani, gli incendi in Amazzonia stanno bruciando aree di foresta dove il costo in biodiversità persa, danni alle popolazioni indigene e in emissioni di CO2 sarà particolarmente elevato. Sappiamo anche per certo che gli incendi sono aumentati negli anni – e che non ci sono stati periodi di siccità – quindi molto probabilmente la causa è principalmente umana.

Sembra chiaro quindi che il vero problema è in Amazzonia, quello dove tutto il mondo deve puntare lo sguardo, mentre la situazione africana, che  è assolutamente normale, è solo una distrazione.