Incendi. Ogni estate, ettari ed ettari di boschi bruciano accelerando il processo di desertificazione del nostro territorio.
Tenendo presente che il patrimonio boschivo italiano copre il 36% del territorio nazionale, nel 2017 in Italia si sono verificati 743 grandi incendi, mandando in fumo 134.107 ettari di boschi.
Gli incendi boschivi, per il 70 per cento di origine dolosa, sono una delle problematiche maggiori della Sardegna.
Preoccupante è infatti il dato che li vede in costante aumento anno dopo anno.
Eppure – spiega Giorgio Pelosio, amministratore e direttore tecnico di Teletron Euroricerche – “la situazione non è sempre stata questa. C’è stato un tempo in cui gli incendi erano calati ai minimi storici e venivano subito scovati e debellati grazie all’introduzione di una tecnologia”.
Il concetto base del sistema è molto semplice: attraverso una rete di telecamere, si monitora 24 ore su 24 la zona boschiva e rilevano automaticamente gli incendi fin dal primo focolare, prima insomma che il fuoco raggiunga la cima degli alberi e si propaghi velocemente.
Ogni telecamera è in grado di controllare circa 35-40 mila ettari di territorio e la rete riesce a scovare un incendio anche a 15-20 chilometri di distanza.
Appena si genera o viene innescato un incendio poi, il sistema lo rileva e lo segnala alla sala operativa con le coordinate geografiche cosicché si possa intervenire in pochi minuti con l’elicottero.
“In questo modo” spiega Giorgio Pelosio “moltissimi incendi possono essere spenti in 5-10 minuti”.
Teletron Euroricerche è nato nel 1984 proprio in Sardegna dall’azienda Teletron, con l’impiego di raffinate tecnologie di origine militare che sono riconosciute affidabili e sicure a livello internazionale.
Sperimentato per la prima volta nel 1985 proprio in Sardegna, oggi è attivo in alcune zone della Spagna, del Portogallo e della Grecia e in Italia nelle regioni di Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata e Calabria.
E la Sardegna?
La Sardegna, la terra dove è nato, ha smesso di utilizzarlo nel 2005 portando, inevitabilmente, un aumento degli incendi.
Nel 2013 sono divampati 1.539 incendi boschivi, oltre la metà dei 2.653 nazionali, seguita dalla Sicilia con 239 incendi e la Puglia con 156 incendi.
“Nelle zone dove questi sistemi sorvegliano il territorio 24h su 24 c’è stata una diminuzione dell’85 per cento delle superfici bruciate – ha spiegato Giorgio Pelosio – inoltre, sono diminuiti considerevolmente anche i tentativi d’incendio: se si considera che il 70 per cento degli incendi in Sardegna sono di origine dolosa, anche il solo fatto che esista un sistema di sorveglianza boschivo in grado – fra l’altro – di favorire l’identificazione dei colpevoli è un deterrente notevole”.
Ma allora perché la Sardegna a smesso di utilizzare il sistema? Sarà colpa dei costi?
La riposta va cercata altrove.
I costi del sistema di telerilevamento nel medio periodo – ha spiegato Pelosio – sono inferiori a quelli degli interventi per sedare gli incendi, se si considera che ogni anno la Regione Sardegna spende nella campagna antincendio una cifra che ormai si aggira attorno agli 80 milioni di euro, perlopiù investiti in aerei ed elicotteri, senza che si prevedano grossi investimenti in prevenzione.
Secondo Pelosio, il motivo è del blocco va ricercato in altri aspetti economici: “dietro ci sono grossi interessi ed è evidente che sono in tanti a mangiare nella torta degli incendi boschivi.”