Il punto del generale Davide De Laurentis, già vicecomandante dei Carabinieri Forestali: “Occorre sensibilizzare i cittadini anche perché la crisi del clima sta allungando di 40-50 giorni la stagione degli incendi”.
Non c’è solo il dolo, ma anche la colpa dietro l’impatto dell’uomo sul proliferare degli incendi, che specialmente nella stagione estiva, tra caldo, vento e siccità, si diffondono facilmente su tutto il territorio italiano ma soprattutto al Sud. Oltre alla perdita del patrimonio paesaggistico e della biodiversità, gli incendi possono causare vere e proprie tragedie. Come quella di Nicola Lasalata e Giuseppe Martino, i due vigili del fuoco morti mercoledì 17 luglio a Nova Siri (Matera) nel tentativo di fronteggiare un incendio boschivo e di salvare alcuni residenti. O quella di Mario Rutiglio, 66enne dipendente dell’Agenzia regionale attività irrigue e forestali (Arif) travolto e ucciso sabato 20 luglio da un grosso ramo in provincia di Brindisi. L’uomo stava tagliando un albero per facilitare le operazioni di spegnimento di un incendio boschivo tra Ostuni e Ceglie Messapica.
Nel contrasto agli incendi, la sola repressione evidentemente non basta. Anche per questo, servono campagne di prevenzione: lo spiega chiaramente un grande esperto come il generale Davide De Laurentis, già vicecomandante dei Carabinieri Forestali.
“Questo è un problema che ci siamo sempre posti, sia come Carabinieri Forestali che come Corpo Forestale dello Stato. È impossibile mettere un controllore per ogni cittadino, sarebbe uno Stato di polizia incompatibile con la situazione attuale. Chiaramente, la crescita della sensibilità dei cittadini è fondamentale, così come ogni attività di educazione svolta in modo capillare” – ha spiegato il generale De Laurentis – “Di fronte a questi eventi ci accorgiamo però che dobbiamo fare sempre di più, perché le estati diventano sempre più siccitose e sempre più lunghe. Lo conferma anche uno studio del Centro Euromediterraneo per i cambiamenti climatici, istituto italiano e referente per il governo all’interno della convenzione quadro per i cambiamenti climatici“.
“Lo studio dimostra che, solo a causa dei cambiamenti climatici, gli incendi in Italia aumenteranno ogni anno del 30-35%. Inoltre, il periodo di massima pericolosità, attualmente individuato dal 15 giugno al 15 settembre, potrà aumentare dai 40 ai 50 giorni nei prossimi anni, arrivando prima di maggio e durando dopo settembre” – ha aggiunto il già vicecomandante dei Carabinieri Forestali – “Alla luce di questi dati, è evidente che occorre mantenere l’allarme sempre alto e che l’aspetto della formazione, dell’educazione e della crescita culturale di tutta la società civile è senz’altro l’unica strada per cercare di prevenire il fenomeno“.