
Secondo gli esperti, il numero degli incendi scoppiati alle alte latitudini quest’anno supera la media del periodo 2003-2021.
Mentre alcune zone d’Italia sono alle prese con l’emergenza incendi – un problema purtroppo tipico delle zone dell’Europa meridionale nel periodo estivo – l’attenzione degli esperti è altrove.
Perché a bruciare, quest’anno, è anche il nord del mondo. Secondo gli scienziati del progetto europeo Copernicus Atmosphere Monitoring Service che sono impegnati nel monitoraggio degli incendi nel mondo, il numero di incendi scoppiati al nord del Pianeta a partire dall’inizio del 2022 è stranamente più elevato rispetto alla media del periodo 2003-2021.
🔥In early June, a growing number of #wildfires developed in #Alaska, including within the #Arctic Circle.
Smoke from these fires has travelled vast distances towards the Arctic Ocean.
More on 2022 fire activity in the Northern Hemisphere at ➡️ https://t.co/zhW9gjbMLm pic.twitter.com/ymyJG1jgWJ— Copernicus ECMWF (@CopernicusECMWF) July 5, 2022
Copernicus: Incendi ovunque nel mondo, anche al Nord
“Al momento – spiega Mark Parrington, Senior Scientist ed esperto di incendi boschivi del programma Copernicus – quest’estate abbiamo registrato tendenze pressoché nella norma, se escludiamo il New Mexico e l’Alaska”.
La stagione degli incendi boschivi, poi, quest’anno è arrivata prima anche in Siberia dove già tra maggio e aprile sono scoppiati roghi che hanno devastato le foreste.
Solitamente, tanto in Alaska quanto in Siberia (e in generale nelle regioni più settentrionali del mondo), incendi di questo tipo e intensità arrivano molto più tardi.
Secondo gli esperti del programma Copernicus “l’aumento dell’infiammabilità della vegetazione ha aumentato il rischio di grandi incendi, ma che sarà difficile prevederne l’effettivo verificarsi o la portata”.