Impronta idrica, in Italia utilizziamo 17 miliardi di metri cubi all’anno

Si apre con un bilancio amaro il VI Forum Acqua di Legambiente. Mancano solo sei anni al 2030 e gli Obiettivi di sostenibilità fissati per quella data nell’Agenda delle Nazioni Unite, sono ancora molto lontani, specialmente se parliamo di impronta idrica.

In Italia il comparto agricolo richiede troppa acqua, 17 miliardi di metri cubi all’anno, ribadisce l’associazione, che sottolinea come solo il 4,6% dei terreni irrigati utilizzi acque reflue depurate.

Il nostro settore agricolo ha dei grandi margini di miglioramento della sostenibilità legati all’adozione dell’agroecologia e delle pratiche agricole innovative e rispettose dell’ambiente. L’appello al governo Meloni è di agire subito per mettere in moto degli interventi strutturali.

Andrea Minutolo, Responsabile scientifico Legambiente, ha raccontato a TeleAmbiente in cosa consistono le proposte di intervento lanciate al governo Meloni: “Sicuramente c’è bisogno di una governance che gestisca l’acqua e che metta a sistema tutti i settori affinché si facciano le programmazioni in base alla disponibilità d’acqua. Serve incrementare l’utilizzo delle acque reflue depurate, per intervenire durante i periodi estivi per aiutare il comparto agricolo. Bisogna ridurre la pressione sul comparto idrico sia in termini quantitativi con un approccio più agroecologico cambiando le coltivazioni, sia con coltivazioni più innovative più smart, per ridurre i prelievi e garantire l’acqua in più che serve da fonti riutilizzabili.

Le Nuove Tecniche Genomiche

Tra gli interventi ospitati dal Forum anche quello del CREA che è impegnato nello sviluppo delle TEA, nuove tecniche genomiche, da poco sperimentate nel nostro Paese che promettono di dare un contributo importante alla riduzione dell’uso di pesticidi.

Intanto I TEA nel nostro Paese sono ancora molto contestati come dimostra la distribuzione del campo Ris8imo in provincia di Pavia che sperimentava riso TEA.